Il neo-ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, sembra già aver in mente come sarà l’esame di maturità del 2021, quello che si svolgerà durante la prossima estate, al termine dell’anno scolastico in corso. Sembra naufragata l’idea di una prova scritta con l’aggiunta di un’orale, mentre si fa spazio l’esame caratterizzato da un elaborato finale da discutere: «Non voglio sentir parlare di tesina! – dice il ministro Bianchi parlando stamane con Il Corriere della Sera – i maturandi sono ragazzi e ragazze alla fine del loro percorso scolastico di cinque anni: dovranno preparare un elaborato ampio, personalizzato, sulle materie di indirizzo concordandolo con il consiglio di classe».

«Lo discuteranno con la commissione – ha proseguito Bianchi – composta dai loro insegnanti. Da qui comincerà l’orale che si svilupperà poi anche sulle altre discipline. Consentiremo loro di esprimere quanto hanno maturato e compreso nel corso degli anni anche con una visione critica». In merito all’ammissione Bianchi specifica che «Sarà disposta in sede di scrutinio finale, dal consiglio di classe».

BIANCHI: “VACCINARE INSEGNANTI E PERSONALE SCOLASTICO”

Sulla possibilità invece di un prolungamento del calendario scolastico fino a luglio, come accennato dal premier Draghi, «La competenza è delle regioni che in situazione ordinaria decidono cosa fare in base alle specificità dei territori», per poi aggiungere: «Mi voglio confrontare con le regioni. Dobbiamo decidere rispettando i diritti e la vita delle persone, valutando situazioni diverse, tra primarie e scuole superiori per esempio: quello che si è perso è soprattutto la socialità, lo stare insieme non la singola disciplina. La scuola non è solo insegnamento, apprendimento ma anche vita comune». La cosa certa è che bisognerà concentrarsi su quelle realtà più in difficoltà: «La pandemia ha esasperato problemi di diseguaglianza che erano già gravi. Ha mostrato come nel nostro Paese ci siano situazioni molto differenti. E io voglio ripartire dal Sud che è la zona più in difficoltà perché per rilanciare il sistema si comincia da chi ha più problemi, da chi è più debole: non dimentichiamo che in certe zone della Calabria e della Campania uno studente su tre si perde per strada, che in Sicilia solo il 5 per cento dei bambini va al nido». Sulla lotta alla pandemia, Bianchi indica la via della vaccinazione per insegnanti e personale: «Dobbiamo essere molto cauti perché la sfida del virus è ancora alta. La prima cosa da fare è vaccinare tutti gli insegnanti e il personale, anche i più grandi di età. Solo se loro saranno in sicurezza le scuole saranno sicure anche per i ragazzi e le famiglie». Sulla riapertura il primo settembre: «Anche di questo discuterò con le regioni, io del resto sono stato assessore dell’Emilia per 10 anni e so quali sono i problemi. Da ministro voglio però che la macchina scolastica sia pronta per l’inizio delle lezioni, qualunque decisione prenderemo».