Patrizio Bianchi a tutto tondo sul mondo della scuola. Il ministro dell’Istruzione è stato intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa ed ha esordito così sulla chiusura degli istituti: «E’ cambiata la situazione, siamo di fronte alla variante inglese, una sindrome che ha un carattere diverso rispetto all’anno scorso: la variante non risparmia i bambini e colpisce le fasce più giovani. Appena ci siamo insediati abbiamo posto l’attenzione sulla scuola e ci siamo resi conti sulla zona rossa stava crescendo molto questa mutazione. Dopo dieci giorni, la nuova verifica ci ha detto che l’indice ha cominciato a crescere anche in altre zone del Paese. Questa misura l’abbiamo presa per la tutela dei più giovani».
Patrizio Bianchi si è poi soffermato sulle grandi difficoltà per certe famiglie causate dalla chiusura delle scuole: «Nel nostro Paese sono ancora le donne che hanno la cura pressoché totale dei bambini. Noi abbiamo messo subito delle misure per alleggerire questa situazione e abbiamo messo misure per capire come riaprire quanto prima. La prima a riaprire sarà la scuola e questo è l’impegno che ha preso il premier. Nel nostro Paese la cura dei figli è affidata essenzialmente alle donne, c’è un tema di ripensare tutto il mondo del lavoro e c’è anche dentro la scuola. Nell’emergenza bisogna già pensare al dopo-emergenza, dobbiamo pensare al nostro Paese fuori da questo tunnel».
BIANCHI: “LAVORIAMO PER UNA SCUOLA AFFETTUOSA”
«Stiamo lavorando per una scuola affettuosa, in cui si torni ad avere affetti per gli altri: a scuola si costruisce la persona ma anche il rapporto con gli altri. Dopo anni di individualismo, si deve tornare ad una scuola degli effetti, in cui la socialità è il modo di vivere assieme», ha rimarcato Patrizio Bianchi nel corso del suo lungo intervento: «La scuola che abbiamo di fronte e per la quale stiamo già lavorando è una scuola che permetta ai ragazzi di affrontare la complessità del mondo, questo non si fa da soli ma insieme. Una scuola con la capacità di affrontare le cose drammatiche insieme, per questo stiamo lavorando tantissimi».
BIANCHI: “ESAMI IN PRESENZA PER MEDIE E SUPERIORI”
Il ministro Patrizio Bianchi ha poi tenuto a precisare: «Nei mesi passati la scuola ha fatto di tutto per tenere aperta, anche nelle zone rosse i bambini fino alla prima media erano a scuola. Tenere il 50% dei ragazzi in presenza non significa essere rimasti inchiodati sulla distanza di un anno fa. Un anno fa gli insegnanti hanno portato il loro modo di fare scuola davanti a un pc, ma sono successe tante cose da quel momento: gli insegnanti hanno imparato a utilizzare questi strumenti, insegnando il giustizio e la responsabilità di usare questi strumenti. Non è vero che la scuola è rimasta ferma, non si è mai fermata: i nostri insegnanti hanno tenuto aperto fino a quando il virus non è cambiato». Una battuta anche sugli esami di medie e superiori, entrambi saranno in presenza: «Gli esami di maturità sono un punto molto importante: chiediamo che i ragazzi concordino un tema su cui sviluppare un elaborato che discuteranno in presenza. I maturandi avranno un mese per scrivere il lavoro – ha spiegato il ministro Bianchi – dopo 15 giorni andranno davanti al consiglio di classe, con un membro esterno per proporre il lavoro. Sarà una prova seria e rigorosa».