«Il rientro in classe non è stato un disastro»: a dirlo è il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, rivendicando la scelta del Governo – in particolare modo del Premier Draghi assieme al Miur – di non chiudere gli istituti dopo la risalita dei contagi tra fine 2021 e inizio 2022.

Intervistato da Radio24 stamane, Bianchi ha esposto i dati che fotografano una situazione Covid non così preoccupante come veniva dipinta alla vigilia del rientro in classe: «Il famoso disastro che ci doveva essere con la riapertura della scuola dopo le vacanze natalizie non c’è stato, ci sono stati problemi molti differenziati zona per zona». Le nuove regole contenute nel Decreto Covid – tra isolamento, quarantena e gestione dei casi positivi – stanno funzionando secondo il Ministro: «Siamo arrivati con un carico di contagi presi nelle tre settimana prima quando la scuola era chiusa, e quindi è chiaro che questo ha avuto effetti differenziati. Però la scuola ha riaperto. E la cosa importante è che maturasse in tutti il principio che essa è un elemento fondante della società. Quindi non è che prima chiude la scuola e poi viene tutto il resto».



RIENTRO IN CLASSE: VERSO “SEMPLIFICAZIONE” MIUR

Disastro non è stato, problemi però ne rimangono (e non sono pochi): dalle controversie tra Regioni e Governo (vedi i casi Campania e Sicilia) alla complessità di gestire tamponi tra famiglie e insegnanti, fino al cumulo di regole e “scartoffie” cui sono sottoposti i professori (sempre più “controllori sanitari” e con meno tempo da dedicare a educazione e istruzione). In questi termini, il Ministro della Scuola ammette la necessità di una riflessione su migliorie da apportare al “pacchetto Covid”: «è in corso una riflessione per semplificare la certificazione per il rientro a scuola degli alunni che sono stati contagiati dal Covid e sono guariti». Tra le ipotesi, non confermate ancora dal Miur, vi è quella di far produrre ai pediatri la certificazione di fine malattia come già avviene per altre patologie; resta la generale ripresa, seppur lenta, delle attività in presenza come evidenzia il Ministro Bianchi sempre a Radio24, «Quello che è stato evidente in questa settimana è che nella stragrande parte del Paese non solo si è tornati a scuola, ma si è ritrovato il valore della scuola in presenza. Io non faccio guerre di religione contro la Dad: questa funziona se è parte integrante di un progetto didattico, non se è l’alternativa o il surrogato della scuola».



Leggi anche

Covid casi in aumento: +11% per variante Xec/ Pregliasco: "Dati sottostimati, preparare campagna vaccini"