Un sindacalista di Si Cobas è morto a Biandrate durante una manifestazione davanti alla sede Lidl. Adil Belakhdim, attivista sindacale di origini marocchine ma con cittadinanza italiana, padre di due figli, era coordinatore di Novara. Lui e un gruppo di una ventina di lavoratori stavano effettuando un presidio provando a ostacolare l’ingresso e l’uscita dei mezzi dall’azienda. È scoppiato però un diverbio con un autista di un camion che allora ha forzato il blocco e, cercando di varcare i cancelli del grande magazzino, ha investito il rappresentante dei Cobas e alcuni lavoratori. Due sono stati trasportati in ospedale, ma non sono in gravi condizioni. Invece il sindacalista Adil Belakhdim è morto. Secondo alcune testimonianze, è stato trascinato per una decina di metri, fino ad un passaggio pedonale esterno al magazzino. L’autista è scappato, ma grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza è stato identificato e poco dopo rintracciato dai carabinieri in un’area di servizio della A4, nei pressi di Novara. Quindi, è stato portato in caserma per essere interrogato.



SINDACALISTA INVESTITO E UCCISO, DRAGHI “FARE LUCE”

Il premier Mario Draghi si è detto «addolorato per la morte di Belakhdim» e ha chiesto che «si faccia subito luce» sulla tragedia. Ma la situazione a Biandrate è tesa. Infatti, Attilio Fasulo, segretario della Cgil di Novara accorso subito sul posto, ha definito il sindacalista morto e l’autista che lo ha investito «entrambi vittime» della tensione che si è creata all’interno di questo particolare settore economico. L’episodio si inquadra, infatti, nel clima di tensioni sociali e sindacali che stanno caratterizzando il settore della logistica da settimane. Ad esempio, la scorsa settimana a Tavazzano (Lodi) alcuni lavoratori aderenti ai Cobas erano rimasti feriti durante un presidio di protesta all’esterno di un’azienda di logistica. Il sindacato Si Cobas aveva dichiarato proprio oggi una giornata di sciopero nazionale del settore per protesta contro quei fatti e per il miglioramento delle condizioni di lavoro. Oltre a chiedere aumenti salariali, sono preoccupati dalla «liberalizzazione dei subappalti» contenuta nel Dl semplificazioni. Molti addetti del settore, infatti, lavorano in cooperative o società esterne in regime appunto di subappalto.

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