La trasmissione Chi l’ha visto riparte con la nuova stagione e lo fa prendendo in esame l’emblematico caso di Bibbiano. Secondo le anticipazioni questa sera non mancheranno i documenti inediti e le nuove rivelazioni sull’inchiesta basata sugli affidi illeciti, ovvero le vicende che hanno visto i bambini strappati alle loro famiglie. Come rammenta Il Resto del Carlino che fa il punto della situazione, sono in tutto 29 gli indagati nell’ambito dell’inchiesta “Angeli e demoni” ma le indagini non si sono ancora concluse. Al centro, le vicende con protagonisti minori strappati alle loro famiglie naturali attraverso escamotage illeciti messi in atto da operatori dei servizi sociali di Bibbiano. Secondo gli inquirenti, questi ultimi avrebbero stilato relazioni contenenti falsi particolati al fine di mettere in cattiva luce i genitori naturali e disporre in tal modo l’affidamento coatto dei bambini ad altre famiglie. Alla base di tutto ciò un vero e proprio business dal momento che i bambini veniva sottoposti a sedute di psicoterapia nella struttura pubblica “Cura” praticate da operatori del centro provato Hansel e Gretel durante le quali gli stessi avrebbero ottenuto un compenso orario doppio. per la vicenda, in sei sono finiti ai domiciliari, tra cui il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti ma anche Federica Anghinolfi, la responsabile dei servizi sociali della Val d’Enza, e considerata figura centrale nei presunti illeciti. Tra gli altri anche Nadia Bolognini, psicoterapeuta di Torino e moglie di Claudio Foti e l’assistente sociale Francesco Monopoli.
CASO BIBBIANO, LE PAROLE DI RITA BOSI
Rita Bosi, presidente dell’Ordine regionale degli assistenti sociali, come riferisce il sito RomagnaNoi.it, è stata ascoltata dalla commissione assembleare speciale d’inchiesta sul sistema di tutela dei minori in Emilia-Romagna. In questa circostanza ha approfittato per condannare apertamente i fatti di Bibbiano: “Anche noi ne siamo venuti a conoscenza attraverso i giornali, non era arrivata alcuna segnalazione all’Ordine, siamo rimasti sconcertati, ora confidiamo nel lavoro della magistratura per comprendere fino in fondo quanto accaduto”, ha commentato. Quindi ha spiegato che sarebbero sette gli assistenti sociali coinvolti nei confronti dei quali è già stato avviato un procedimento disciplinare. In merito all’assistente sociale che avrebbe falsificato dei report, la Bosi ha commentato: “Questa collega è sospesa, da lei dichiarazioni molto gravi, è stato avviato nei suoi confronti un procedimento disciplinare”. Dopo l’esplosione dello scandalo, l’intero sistema regionale ha subito un forte stop, vivendo ora un clima molto difficile: “L’Emilia-Romagna può contare su 2.560 assistenti sociali, professionisti seri che meritano di lavorare con serenità”, ha commentato.