Caso Bibbiano, parla il procuratore Paci dopo l’assoluzione di Foti
Claudio Foti, lo psicoterapeuta finito a processo nell’inchiesta “Angeli e Demoni” sui presunti affidi illeciti a Bibbiano e nella Val d’Enza, condannato a 4 anni in primo grado, è stato assolto in appello. Assoluzione “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di aver causato lesioni psicologiche a una giovane paziente e “per non aver commesso il fatto” relativamente all’accusa di abuso di ufficio, confermata inoltre l’assoluzione per il reato di frode processuale. La Procura generale, riporta Ansa, attenderà le motivazioni della sentenza per valutare se sussistano margini per un ricorso in Cassazione.
A Reggio Emilia, il procuratore Gaetano Paci ha commentato la vicenda attraverso un’intervista rilasciata al Corriere della Sera e ha difeso l’operato della Procura sostenendo la correttezza delle indagini svolte. Secondo Paci, a dimostrare la genuinità degli elementi probatori acquisiti durante l’inchiesta e a sostenere che fosse giusto indagare, sarebbe un dato: “Tutti i fascicoli, salvo uno, per abusi sessuali istruiti a carico dei genitori e usati come presupposto per l’affidamento dei minori sono stati archiviati“. Paci ha affermato inoltre che “il giudice non ha escluso radicalmente i fatti perché altrimenti avrebbe pronunciato l’assoluzione ai sensi del primo comma del 530 che prevede una serie di cause di assoluzione con formule tassative che ruotano tutte attorno all’insussistenza del fatto“. In sostanza, secondo il procuratore di Reggio Emilia “assoluzione non vuol dire che venga meno l’impianto dell’intera indagine“.
“Inchiesta solida, le prove ci sono”: parla Calogero Paci
Nell’intervista con “Repubblica” il procuratore si addentra nei vari dettagli tecnici delle prove su Bibbiano: «L’assoluzione è ai sensi del secondo comma articolo 530 del codice penale, il quale dà la facoltà al giudice di assolvere l’imputato quando la prova c’è, ma non è completa o non è univoca. Significa che se il giudice avesse ritenuto che i fatti non sono minimamente provati avrebbe utilizzato come formula assolutoria più ‘convincente». La Corte ha invece valutato diversamente i fatti del primo grado, dove Foti era invece stato condannato a 5 anni di reclusione: «Noi, come ha detto il procuratore generale Lucia Musti, serbiamo il massimo rispetto per la decisione della Corte d’Appello. Appena avremo le motivazioni valuteremo se fare ricorso», ha aggiunto Paci.
Come racconta ancora il procuratore di Reggio titolare dell’inchiesta sui presunti affidi illeciti nella Val d’Enza, il quadro accusatorio che oggi è all’attenzione del Tribunale di Reggio Emilia nei confronti di 17 imputati «è estremamente composito e basato su fonti di prova (audioregistrate, fonti orali, fonti intercettive) che hanno una loro assoluta autenticità. Proprio dal confronto fra le fonti di prova e le fonti documentali è stato possibile accertare una serie di falsi». Dalle indagini e alle sue conseguenze, il caso Bibbiano non sparisce con l’assoluzione di Foti: «Grazie alle indagini di Bibbiano abbiamo avuto importanti conseguenze legislative: sono state apportate modifiche alle norme del codice civile in tema di affidi di minorie c’è stata una commissione parlamentare d’indagine in cui sono stati espressi grandi apprezzamenti per la correttezza con cui sono state condotte le indagini. E ricordo che nei casi indicati nei capi d’imputazione come presunte violenze sessuali ai danni di minori non è emerso nulla: su 8 casi, 7 sono stati archiviati. Questo deve significare qualcosa», conclude il giudice Paci. (agg. di Niccolò Magnani)
Bibbiano, il commento di Claudio Foti dopo l’assoluzione
“Hanno vinto la verità e la giustizia, dopo quattro anni di gogna. Sono felice, emozionato, rinato. Questa assoluzione mi restituisce alla dignità e all’onore che merito, non ho mai fatto del male ai miei pazienti, li ho sempre aiutati, mettendo a disposizione tutto il mio tempo e il mio sapere“. Questo il primo commento di Foti dopo l’assoluzione, riportato dalle agenzie di stampa. Secondo il suo avvocato, Luca Bauccio, Foti sarebbe stato “riscattato di quattro anni di umiliazione e persecuzioni come uomo e come psicoterapeuta“.
Claudio Foti aveva scelto il rito abbreviato e la sentenza che lo ha assolto è arrivata mentre a Reggio Emilia è si celebra il processo con rito ordinario a carico di altri 17 imputati. In merito alla posizione dello psicoterapeuta, il suo difensore ha aggiunto quanto segue: “Questa vicenda è stata utilizzata per una campagna strumentale da parte di politici profondamente in malafede. Con oggi muore la leggenda di Bibbiano e rinasce la verità di una comunità di professionisti che hanno voluto perseguire solo la protezione del minore“. Il caso poi sfociato nell’inchiesta “Angeli e Demoni” era esploso nel 2019, sfociato in quella che il procuratore Paci ha definito “un’indagine imponente, condotta in tempi rapidissimi“.