Il caso di Bibbiano, il centro in provincia di Reggio Emilia finito al centro delle cronache in seguito all’inchiesta “Angeli e Demoni” sugli affidi illeciti di bambini strappati alle famiglie, ha stravolto da vicino la vita di Stefania. Intervistata da “Panorama”, la donna ha raccontato come gli assistenti sociali siano entrati a casa sua con l’inganno, portando via la figlia di 2 anni, di cui ora non ha più notizie da 100 giorni. Prima hanno bussato alla sua porta di casa sostenendo di essere dell’Ente protezione animali e di intervenire in seguito ad una segnalazione rispetto ai suoi cani, poi mentre lei cercava dei documenti sugli animali un assistente sociale ha preso la sua bambina:”Aveva gli occhi sbarrati, gridava mamma. Ho corso per riprenderla con tutte le mie forze. L’avevo quasi raggiunta. Loro sono stati più veloci, l’hanno sbattuta dentro una macchina e sono partiti. Sono rimasta lì a gridare e a piangere”.
BIBBIANO, MAMMA “INGANNATA” DA ASSISTENTI SOCIALI
Ma perché Stefania è finita nel mirino degli assistenti sociali? La 34enne, sposata col 50enne Marco, ha un passato da eroinomane. Ma si tratta appunto di un passato risalente a 10 anni fa, spiega Stefania:”Reggio Emilia è una città che rovina i giovani. Quando i miei si separarono avevo vent’ anni. Iniziai a fumare l’ eroina. […] Mi diede una dipendenza immediata e dopo poco capii che dovevo rivolgermi al Sert e smettere”. La zia materna, però, che ha conoscenze tra le assistenti dei Servizi sociali del Polo Est di Reggio Emilia, sostiene che Stefania, che in quel periodo ha una figlia con l’uomo sbagliato, è una tossica e soffre di disturbi psicologici: così la bambina viene collocata presso la zia. Quando arriva la seconda gravidanza, gli assistenti sociali si ripresentano:”Appena partorito mi fanno i test tossicologici, sia io che la bambina risultiamo negative. Non basta ancora. Mi trattengono e mi obbligano a ricevere a casa le educatrici per tre mesi”. Il 22 ottobre 2018 il Tribunale dei minori di Bologna emette un decreto provvisorio che, secondo l’avvocato Amandola è basato su falsità: “La tossicodipendenza della signora, superata da anni, i litigi della coppia, cose che accadono in ogni convivenza. E l’assurdità più grande: dire che vivono in uno scantinato”. E adesso? Viste le discrepanze, i giudici hanno richiesto l’intervento di un consulente tecnico d ufficio: si tornerà in tribunale il 20 agosto. Comunque troppo tardi per Stefania.