L’assoluzione in secondo grado dello psicoterapeutica Claudio Foti è stata dipinta come una demolizione definitiva dell’inchiesta “Angeli e demoni”, sugli affidi illeciti di minori in Val d’Enza. Le cose stanno diversamente, in primis perché ci sono altri 17 imputati che sono in attesa di processo, mentre Foti aveva scelto l’abbreviato. Anche se la procura di Reggio Emilia decidesse di fare ricorso in Cassazione, tutto l’impianto accusatorio sul caso Bibbiano resterebbe comunque in piedi.



Infatti, il procuratore Gaetano Paci al Corriere della Sera, ha precisato che l’assoluzione di Foti è ai sensi del secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale, «che dà la facoltà al giudice di pronunciarla quando, pur ritenendo sussistente la prova dei fatti, questa non è ritenuta completa o univoca», quindi il giudice «non ha escluso radicalmente i fatti perché altrimenti avrebbe pronunciato l’assoluzione ai sensi del primo comma del 530 che prevede una serie di cause di assoluzione con formule tassative che ruotano tutte attorno all’insussistenza del fatto». Pertanto, il fatto che ci sia stata l’assoluzione, «non vuol dire che venga meno l’impianto dell’intera indagine».



IL SISTEMA BIBBIANO E I REATI CONTESTATI

Non a caso il Tribunale dei minori ha restituito i bambini alle loro legittime famiglie. L’inchiesta, che si fonda su 55mila pagine di documenti e perizie raccolte in ben 17 faldoni, coinvolge anche alcuni psicologici della onlus Hansel & Gretel, in particolare Nadia Bolognini, moglie di Claudio Foti. Sotto la lente d’ingrandimento ci sono anche Federica Anghinolfi e il suo collaboratore Francesco Monopoli. La prima per gli inquirenti è ritenuta una figura di spicco del “sistema Bibbiano“. Dal racconto delle assistenti sociali che lavoravano con lei, è emerso che non si sarebbe fatta scrupoli a inventare l’esistenza di una setta satanica, formata da pedofili e cannibali, da cui era necessario salvare i bambini.



Inoltre, i reati contestati a vario titolo sono gravissimi: da maltrattamento di minori alle lesioni gravi, passando violenza privata, tentata estorsione, falsa testimonianza, peculato, frode processuale, depistaggio, falso in atto pubblico, truffa aggravata e abuso d’ufficio. Il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, deve rispondere delle accuse di falso e abuso d’ufficio. Il fatto che il “sistema Bibbiano” sia reale è dimostrato anche dalle intercettazioni che coinvolgono alcuni assistenti sociali della Val d’Enza.