Bibbiano, crollano le accuse di violazione del protocollo nei confronti della psicologa Nadia Bolognini, nell’ambito del processo in Val d’Enza sugli affidi illeciti di bambini in seguito a presunti casi di abusi. Nel corso degli accertamenti sui metodi utilizzati per la verifica degli eventi traumatici nei bambini coinvolti, l’accusa si era concentrata in particolare sulle sedute con Emdr, un particolare sistema usato in psicoterapia infantile per rievocare nelle vittime i ricordi dei traumi subiti, attraverso l’uso di un neurotrasmettitore chiamato Neurotek, che sarebbe in grado di diminuire la paura nei soggetti, ma allo stesso tempo, secondo alcuni esperti, anche di procurare sensazioni in grado di far emergere particolari suggestioni in merito ad episodi probabilmente mai avvenuti dai quali poi sarebbero emerse le testimonianze dei bambini coinvolti.
Alla Bolognini quindi era stato contestato, da parte della dottoressa Isabel Fernandez, presidente dell’associazione Emdr, l’uso di questa tecnica in modo inadeguato, tale da plagiare addirittura il ricordo di fatti inesistenti. Ma secondo quanto stabilito dall’esame della Pm Valentina Salvi non ci sarebbe stata alcuna violazione, in quanto si sarebbe trattato solo di “Una semplice seduta di psicoterapia“.
Processo Bibbiano, documenti smentiscono le dichiarazioni di una mamma in merito al provvedimento di allontamento di minore
Nel processo sugli affidi illeciti di minori abusati a Bibbiano, oltre alle accuse alla psicologa Nadia Bolognini che avrebbe plagiato le presunte vittime con tecnica Emdr, sono state smentite anche alcune dichiarazioni e testimonianze rilasciate in aula da una delle madri dei bambini coinvolti. In particolare come sottolinea il quotidiano Il Dubbio, quella di una donna per la quale era intervenuto l’ordine di allontanamento nei confronti della figlia, per gravi problematiche familiari e conflitti tra coniugi che avevano fatto scattare il provvedimento da parte dei servizi sociali. La madre in aula avrebbe smentito numerosi fatti che invece dai documenti risultavano essere stati accertati, sia dai Carabinieri che dal servizio di tutela dei minori.
Negli atti infatti comparivano vari episodi a conferma della relazione degli assistenti che avevano poi ritenuto necessario l’allontanamento della piccola dalla famiglia. In particolare veniva contestato il fatto che la bambina aveva testimoniato di essere stata spesso lasciata sola in casa, che era costretta ad andare a scuola senza avere i libri di testo e anche sul fatto che i genitori non avevano mai avuto accesso al registro elettronico scolastico perché non era mai stata richiesta la password. Dagli atti dei Carabinieri era poi emerso anche che c’erano stati diversi interventi per violenze denunciate e furti tra coniugi e una segnalazione nei confronti del marito che avrebbe costretto la moglie a prostituirsi.