Le bici elettriche attirano i fulmini? La domanda circola dopo la notizia della morte di Alberto Balocco. Per Sante Laviola, ricercatore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del Cnr di Bologna, la bicicletta in genere è pericolosa. «Perché può avere metalli. E in generale, se si viaggia su una bicicletta è un po’ come essere a piedi. È pericoloso». A Repubblica parla del cosiddetto potere delle punte: «Tutto ciò che va verso l’alto attira le scariche elettriche. Gli alberi in primis, e infatti il consiglio quando c’è un temporale è non cercare mai riparo sotto queste piante. Ma nemmeno sotto gli ombrelloni al mare. Sulla cima delle strutture si crea un campo elettrico dove il fulmine va a scaricare. È il principio del parafulmine».



Il fatto che comunque la bicicletta di Alberto Balocco fosse elettrica può aver influito secondo l’esperto: «La batteria può creare un campo elettrico, come avviene con i cellulari. E infatti la Protezione civile dice di stare attenti con quei dispositivi. In generale andrebbero evitate le apparecchiature elettroniche», spiega Sante Laviola.



“FULMINI? EVITARE DI ESSERE COME UNA PUNTA”

Di conseguenza, se a sorpresa scoppia un temporale e non ci sono ripari, bisogna accovacciarsi. «L’importante è evitare di essere come una punta, che come detto attira il fulmine». L’ideale sarebbe ripararsi al chiuso. «La casa è una “gabbia di Faraday”, isolata dai campi elettrostatici che si trovano all’esterno. Stesso discorso vale per una macchina». Nell’intervista a Repubblica Sante Laviola chiarisce anche in quale fase del temporale ci sono più fulmini: «Nella fase iniziale, prima dell’evento intenso, cioè della pioggia o della grandine».



Per quanto riguarda l’aumento della frequenza di questi episodi, l’esperto ha confermato che stanno cadendo più fulmini negli ultimi anni: «Stiamo per pubblicare uno studio sui temporali intensi, con la grandine più grande. Negli ultimi 22 anni questi eventi sono aumentati, soprattutto nell’ultimo decennio. Significa anche più fulmini, che si formano quando nella nuvola ci sono cristalli di ghiaccio che, per semplificare, si sfregano e caricano la nube».