E’ stata condannata a 16 anni di carcere Sara Cherici. Come scrive il Corriere della Sera, la donna non ha lanciato la bicicletta dal Murazzi, ma ha visto tutto senza denunciare: la sua colpa è stata quindi quella di aver taciuto. I fatti risalgono alla notte fra il 20 e il 21 gennaio di due anni fa, 2023, quando un gruppo di giovani decise per un “gioco del male”, così come è stato definito dal pm, di lanciare dal Murazzi una bicicletta. Questa cadendo colpì un giovane ragazzo, lo studente Mauro Glorioso, che ha seguito del ferimento ha accusato delle gravissime lesioni.
Nella giornata di ieri, 9 gennaio 2024, è giunta la sentenza del tribunale di Torino nei confronti della giovane Sara Clerici, accusata di concorso in tentato omicidio visto che quel lancio ha appunto quasi ucciso lo studente di medicina. Si tratta, come sottolinea il Corriere della Sera, del massimo previsto dalla pena, e alla lettura della sentenza, Sara Cherici si è accasciata a terra piangendo, disperata e spiegando che era giusto che dovesse pagare, ma non in quel modo, ritenendo quindi quella pena ingiusta.
BICI DAL MURAZZI, CONDANNATA SARA CHERICI: TENSIONE IN AULA
Attimi di tensione quindi in aula, alla luce anche delle parole della sorella della condannata, secondo cui la madre sarebbe morta all’udire la notizia. Il Corriere fa notare che i 16 anni sono la pena più alta fino ad ora inflitta al gruppo dei ragazzi che ha appunto dato vita a questa bravata che si è trasformato in un gesto gravissimo, tutti adolescenti la notte di quel maledetto 21 gennaio 2023.
A penalizzare Sara è stata probabilmente la scelta del rito, visto che la ragazza non ha optato per l’abbreviato ma per il dibattimento, convinta di poter dimostrare la sua innocenza, o comunque, le sue minori responsabilità in quanto accaduto. Sara era in compagnia di tre ragazzi, Victor Ulinici, unico maggiorenne all’epoca, nonché gli altri due di anni 17 e 15 durante quegli eventi.
BICI DAL MURAZZI, CONDANNATA SARA CHERICI: COS’ACCADDE
Ad un punto le telecamere inquadrano il gruppo sollevare di peso la bici e gettarla oltre i Murazzi. Con loro anche un’altra ragazza, all’epoca sedicenne, che potrebbe rischiare l’accusa di falsa testimonianza avendo provato a scagionare l’amica per poi ritrattare le sue dichiarazioni. Secondo il pubblico ministero le due giovani, compresa Sara Cherici, seguono il gesto senza muovere un dito, e con questa loro azione hanno rafforzato “l’intento criminoso dei maschi” del gruppo.
Si tratta quindi non di una presenza passiva, ma di una giovane che non ha provato compassione e che non ha preso atto di quanto quel gesto fosse grave. Per il pm si tratta di un “tentato omicidio peggiore di un omicidio”, parole durissime ricordando le condizioni in cui versa lo studente di medicina “Che vive una vita che non è degna di essere chiamata così, preferiremmo fosse morto”.