Una bidella della scuola dell’infanzia di Deruta (Perugia), Katya Zengarini, è morta dopo avere contratto l’infezione da Covid-19 sul posto di lavoro, nonostante avesse già ricevuto la prima dose di vaccino. Una vicenda sulla quale si stagliano numerose ombre e in merito alla quale suo nipote, Emanuele, intende vederci chiaro e non solo lui: una delegazione di cittadini si è rivolta all’avvocato Giuseppe Caforio per ottenere giustizia e, soprattutto, fare emergere la verità. In quella scuola c’è stato un focolaio Covid, con una positività proprio nella sezione in cui la donna prestava servizio, ma lei si è regolarmente presentata sul posto di lavoro, si è ammalata e ha perso la vita. Ecco perché alla Procura di Spoleto è stata sporta denuncia contenente l’ipotesi di omicidio colposo contro la scuola per l’infanzia di Pontenuovo.
Il quotidiano “Il Messaggero” riporta le dichiarazioni del quasi trentenne Emanuele Placidi, per il quale Katya è stata una madre ed è anche l’unico familiare della donna, che non si è mai sposata né ha avuto figli: “Aveva soltanto me – ha dichiarato – ed è per tutelare il suo ricordo che ho denunciato. Non cerco colpevoli, se c’è stata qualche negligenza non spetta a me dirlo Avere giustizia non cambierà la mia perdita. Ma voglio tutelare il suo ricordo. Di una donna conosciuta e benvoluta da tutti”.
BIDELLA MUORE DI COVID A PERUGIA: OMICIDIO COLPOSO?
La storia di Katya Zengarini, la bidella morta dopo essere risultata Covid positiva, viene descritta nel dettaglio da “Il Messaggero”, che spiega come la donna avesse ricevuto la sua prima dose di vaccino e avesse continuato a lavorare anche durante il periodo di lockdown invernale, nonostante la scuola fosse chiusa. Poi, a marzo 2021, una maestra ha contratto il Coronavirus e, il giorno seguente, la dirigente scolastica ha chiuso quella sezione, senza disporre alcun provvedimento relativo al personale Ata, con la signora Zengarini costretta dunque a portare avanti la propria attività lavorativa. A questo si riferisce la denuncia, secondo cui non sarebbe stata rispettata la regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro. 48 ore più tardi, il tampone rapido dà esito positivo e la situazione precipita nel giro di una settimana: la saturazione bassa costringe la bidella al ricovero presso l’ospedale di Perugia, dove viene intubata e subisce, il 30 aprile, una tracheotomia, fino alla morte, sopraggiunta il 4 maggio. L’avvocato Caforio parla di infortunio sul lavoro con la “palese responsabilità della dirigente scolastica che, contravvenendo ai propri obblighi di tutela del lavoratore sul luogo di lavoro, ha violato le disposizioni della normativa emergenziale”.