«Se invadi l’Ucraina ci saranno sanzioni mai viste e armeremo i nostri alleati»; di contro, «nessun attacco, ma la Nato preme ai nostri confini». Si potrebbe riassumere così in maniera molto scarna il video-summit avvenuto ieri tra il Presidente Joe Biden e l’omologo russo Vladimir Putin, marcando una nuova (seppur più lieve) guerra fredda sull’asse Washington-Mosca.



2 ore e 5 minuti di videocolloqui narrati dalle rispettive diplomazie come “molto nervosi” ma che non sembrano portare i segni dello scontro totale come invece rileva l’altra sfida a distanza geopolitica tra Usa e Cina. Biden ha promesso alla Russia il ritorno alla diplomazia, ma allo stesso tempo ha minacciato dure reprimende commerciali e militari qualora dovesse avvenire il tanto esasperato attacco all’Ucraina dal Donbass. Putin ha ammassato mezzi militari e 100 mila soldati al confine con l’Ucraina, per chiedere «garanzie legali contro l’espansione della Nato ad est e l’installazione di armi alla frontiera con la Russia»: il dialogo amichevole c’è stato ma le posizioni sono rimaste cristallizzate e il rischio di un’escalation improvvisa sono notevoli (tanto che il Pentagono sta già valutando l’eventuale piano di evacuazione degli americani presenti in Ucraina).



LA NUOVA GUERRA FREDDA: UCRAINA, GAS E…

Washington ha avvertito il Cremlino che se ci sarà l’attacco ucraino non si limiterà ad imporre sanzioni economiche, ma manderà «truppe e armi agli ucraini, ai membri Nato dell’Europa orientale, e ai paesi della regione che si sentiranno minacciati». Biden ha comunque escluso l’intervento militare con impiego di truppe Usa, «l’opzione non è sul tavolo». Secondo i media Usa, la Casa Bianca sarebbe pronta a sanzioni durissime contro l’entourage di Putin e le banche, ma anche settore energetico, «sino a colpire il debito sovrano, a bloccare la convertibilità del rublo e a escludere Mosca dal circuito Swift per i trasferimenti finanziari su scala globale», riporta l’ANSA. Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan ha poi ammonito Putin che anche la futura operatività del Nord Stream sarebbe a rischio per il Cremlino qualora ci fosse una vera guerra in Ucraina. Alla domanda fatta in conferenza stampa dopo il colloquio privato Usa-Russia, se Putin ha già ordinato l’invasione, Sullivan ha risposto così: «Non crediamo ancora che abbia preso la decisione. Biden gli ha spiegato quali sarebbero le conseguenze, ma ha detto anche che esiste una strada alternativa. Vedremo che azioni intraprendere». Il Cremlino ha sostenuto con forza che la Nato preme ai confini, «non dateci la colpa», ricevendo in risposta da Sullivan «Il presidente non ha fatto concessioni o preso impegni, ma i Paesi sono liberi di scegliere se vogliono aderire». Putin ha poi promesso che ci saranno a breve consultazioni con gli Usa sulle “linee rosse”: in merito alla possibilità che la Cina possa approfittare della situazione di scontro tra Usa e Russia per “prendersi” Taiwan, ancora Sullivan sentenzia «Gli Usa sono pronti ad intraprendere qualsiasi azione di deterrenza, per impedire che un’azione contro Taiwan avvenga, ed evitare l’invasione dell’Ucraina».

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