Joe Biden alla Casa Bianca è stato il presidente più anziano della storia, ora in occasione della fine dei quattro anni di mandato, al quale subentrerà Donald Trump, il Wall Street Journal ha pubblicato una inchiesta, nella quale ha analizzato il periodo di presidenza, svelando alcuni retroscena in merito a come venivano gestite le decisioni senza far trapelare per anni le vere condizioni di salute dell’ex leader. Secondo quanto dichiarato da molte fonti nelle testimonianze raccolte dal giornale, in realtà sarebbe stata costruita fin dall’inizio del mandato, una vasta rete di protezione e monitoraggio, che avrebbe impedito a Biden di commettere clamorosi errori e gaffes, soprattutto durante gli incontri pubblici.
I suoi stretti collaboratori e consiglieri infatti, spesso avrebbero preso decisioni al suo posto, stabilendo a volte anche la durata e la portata dei vari interventi al Congresso e, quando possibile, decidendo anche le modalità degli incontri faccia a faccia con i membri del governo e segretari di Stato. La mediazione da parte degli assistenti sarebbe quindi stata fondamentale per proteggere il suo stato psicofisico da ulteriori motivi di stress, come conferma il quotidiano ad esempio, sottolineando che le informazioni negative venivano filtrate prima di essere rese note al presidente, compresi gli ultimi sondaggi che lo davano per sfavorito alle elezioni.
Inchiesta sulla presidenza Biden del Wsj: “La Casa Bianca ha filtrato le notizie sul vero stato di salute del presidente”
L’inchiesta sulla presidenza di Biden condotta dal Wall Street Journal ha evidenziato come la Casa Bianca abbia tentato più volte di censurare le vere informazioni sullo stato di salute precario del leader durante il mandato, filtrando le notizie e facendo comparire nei dibattiti pubblici i consiglieri stretti che spesso si sono sostituiti al presidente negli incontri con i funzionari del Congresso. Tuttavia, questo non è stato sempre possibile, e come ricorda il quotidiano, alcuni episodi soprattutto recenti, hanno poi portato al non riuscire più a negare l’evidenza e alla decisione di spingere per farlo ritirare da candidato proprio durante la campagna elettorale. L’esempio più concreto è quello del dibattito televisivo faccia a faccia con Trump, nel quale Biden è apparso in evidente stato di confusione.
Un problema che poi si è ripresentato anche in altre occasioni e che andava avanti da tempo, come hanno sottolineato alcuni membri del suo staff che hanno dichiarato che era diventato sempre più difficile fargli ricordare passaggi dei discorsi che gli assistenti avevano preparato per lui, tanto che a un certo punto il sistema di protezione non ha più funzionato. Il “guscio“, come lo chiama il WsJ, era stato creato già durante la pandemia, aumentando i poteri ai consiglieri che comparivano al suo posto per evitare che il presidente potesse contrarre il Covid, ma anche dopo la fine dell’emergenza non è stato mai smontato.