Si è aperta oggi l’Assemblea Generale dell’ONU, inaugurata dall’intervento del segretario generale Antonio Guterres, seguito del Presidente di UNGA78 Dennis Francis e del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e poi dal presidente americano Joe Biden. Quest’ultimo è arrivato in ritardo, perdendosi tutti e tre i discorsi di apertura, e tenendo poi il suo intervento, nel corso del quale ha parlato dell’Ucraina, del clima, della Cina e delle Intelligenze artificiali.



Partendo dall’Ucraina, Biden all’assemblea ONU ha ribadito l’importanza della condanna alla Russia, sottolineando che Putin “crede che il mondo si stancherà e le permetterà di brutalizzare l’Ucraina senza conseguenze. Dobbiamo opporci oggi a questa palese aggressione per scoraggiare altri potenziali aggressori domani” perseguendo sempre e comunque i principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite. “Gli Stati Uniti”, ha ribadito Biden nel corso del suo intervento all’ONU, “insieme ai nostri alleati e partner in tutto il mondo, continueranno a stare al fianco del coraggioso popolo ucraino“.



Biden all’ONU su clima, Cina e IA

Passando al clima, poi, Biden all’assemblea ONU ha sottolineato che la complicata estate 2023 è specchio di “una storia urgente di ciò che ci aspetta se non riusciamo a ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili e iniziamo a rendere il nostro mondo a prova di clima”, sostenendo che per frenare “la minaccia esistenziale per tutta l’umanità”, gli USA sono “pronti a lavorare con Pechino“, pur sottolineando che “continueremo a contrastare le azioni intimidatorie” cinesi.

Affrontando, invece, il tema delle nuove tecnologie e delle Intelligenze artificiali, Biden davanti all’assemblea ONU ha ribadito l’importanza di “fare in modo che queste non diventino strumenti di oppressione”, suggerendo la necessità di “rafforzare la regolamentazione e garantire la sicurezza”. Secondo il presidente americano, infatti, “dobbiamo essere noi a governare queste tecnologie, e non il contrario”. Infine, Biden ha voluto rilanciare la necessità di una riforma dell’ONU, sulla quale sostiene di aver già avviato le trattative, al fine di “garantire l’ingresso di nuovi membri” per “porre fine agli ostacoli che troppo spesso hanno bloccato il progresso e il consenso all’interno di questo organismo”.