Nuovo scontro a distanza fra Cina e Usa, fra Biden e il partito comunista, tutta “colpa” di alcune accuse d’oltre oceano nei confronti di Pechino in merito agli attacchi hacker che si sono verificati negli ultimi tempi e che hanno preso di mira il sistema di posta elettronica Exchange di Microsoft, casella email molto popolare fra aziende, fornitori militari e governi. Secondo la Casa Bianca sarebbero stati gli hacker cinesi a portare a termine l’attacco, e il governo comunista li avrebbe difesi, così come spiegato dal presidente Biden.



Di conseguenza Washington ha deciso di mobilitare una coalizione coinvolgendo anche la Nato e l’Unione Europea, oltre a vari paesi come la Gran Bretagna, il Canada, il Giappone, l’Australia e la Nuova Zelanda. Ovviamente la Cina non ci sta ed ha rimandato al mittente qualsiasi accusa da parte dell’amministrazione Biden, definendole “infondate” e “irresponsabili”, come si legge sul sito de IlSole24Ore. Nel dettaglio Pechino ha mobilitato le ambasciate di Australia e Nuova Zelanda, e nel secondo caso ha parlato di accuse “totalmente infondate e irresponsabili” e frutto di “diffamazione dolosa”, mentre a Canberra ha accusato l’Australia di “fare il pappagallo” dell’America, definendo Washington come “il campione mondiale degli attacchi informatici dannosi”.



BIDEN VS CINA: “PROTEGGE GLI HACKER”. UE FREDDA…

C’è da dire comunque che l’alleanza dell’Unione Europea agli Usa è stata ben più fredda rispetto a quella a stelle e strisce, non menzionando mai Pechino fra i responsabili diretti ad Exchange, cosa che invece non era avvenuta ad esempio durante l’attacco di Mosca al software di SolarWinds. Resta il fatto, come scrive Il Sole 24 Ore, che Biden abbia alzato “il tiro nella nuova Guerra Fredda cibernetica contro le due grandi potenze avversarie, Cina e Russia”, anche se l’efficacia delle sue mosse “rimane da verificare ed è oggetto di discussione dentro e fuori l’amministrazione”.



La cosa certa è che quella cibernetica è divenuta la vera e propria nuova frontiere del conflitto e le varie agenzie di sicurezza Usa e i servizi segreti, hanno lanciato collettivamente un monito circa la “grave minaccia” degli hacker cinesi nei confronti delle istituzioni politiche, economiche, militari e accademiche sia statunitensi che dei loro alleati.