Joe Biden e gli Stati Uniti d’America hanno bloccato 30 milioni di dosi di vaccino AstraZeneca destinate all’Italia e all’Unione Europea. La notizia era già circolata nei giorni scorsi e ha trovato conferma nell’intervento di Piero Di Lorenzo, presidente dell’Irbm di Pomezia (società collaboratrice del colosso farmaceutico anglo-svedese), sulle colonne di “Milano Finanza”, avvenuto anche in versione video. In particolare, secondo il diretto interessato, tale divieto sarebbe imputabile a una decisione meramente politica, con lo stop decretato direttamente dalla Casa Bianca, nonostante i sieri non siano mai stati approvati dalla Food and Drug Administration (Fda).



“Ho detto diverse volte che fa benissimo il presidente Draghi a mettere in piedi tutte le azioni possibili e immaginabili per fare arrivare in Europa e in Italia il maggior numero possibile delle dosi, con particolare riferimento ai Paesi in cui si registra una maggiore produzione delle dosi di vaccino, ovvero Inghilterra, India e USA. Inghilterra e India, in particolare hanno bloccato le esportazioni, mentre gli USA, pur non avendo mai utilizzato il farmaco – non ancora approvato – e avendo stoccato 30 milioni di dosi, hanno bloccato le esportazioni”.



BIDEN BLOCCA DOSI ASTRAZENECA PER EUROPA E ITALIA

Di Lorenzo, a proposito del blocco delle dosi di vaccino AstraZeneca messo in atto da Joe Biden e dagli Stati Uniti d’America, sottolinea ancora su “Milano Finanza” che l’amministrazione a stelle e strisce ha mandato qualche milione di dosi al Canada e al Messico, ma io questo tiro al piccione su AstraZeneca non lo capisco, in quanto è assolutamente comprensibile che il distributore prenda le dosi dove vengono materialmente prodotte, per poi distribuirle”. In particolare, “l’azienda farmaceutica non può fare nulla per modificare una decisione politica assunta a Washington”, ma in questo giro di vite creatosi attorno ad essa, in molti “hanno dimenticato il punto essenziale: la multinazionale ha messo in vendita un vaccino a 2,8 euro, ovvero al costo industriale, facendo una scelta etica, da libri di storia di medicina. In pratica, ha rinunciato a una decina di miliardi di fatturato”. Un gesto che era già stato rimarcato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nelle scorse settimane, con un plauso rivolto pubblicamente al colosso anglo-svedese.

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