L’esperto di guerre e docente all’Università del Texas Alan Kuperman, sulle pagine di Libero, ha analizzato la posizione del presidente americano Joe Biden rispetto alle guerre in corso, tanto in Ucraina, quanto a Gaza. Il presidente, infatti, secondo lui “è un problema per gli Stati Uniti, ma ancora di più per la pace nel mondo. Molti americani voteranno per Trump, perché si percepiscono vulnerabili” tanto a causa “della crisi economica”, quanto per “una minaccia che sentono non essere affrontata in modo rigoroso, quella dell’immigrazione”.
Il più grande errore di Biden, secondo Kuperman, “ha riguardato l’atteggiamento tenuto sulla questione ucraina [che] ha, di fatto, contribuito al prolungamento del conflitto, illudendo Zelensky di poter vincere la guerra sul campo”, mentre avrebbe dovuto spingere da subito “affinché concludesse un accordo”. Da questo errore, infatti, ne conseguiranno di importanti nei prossimi anni, perché “ha favorito il rafforzamento dell’alleanza tra Russia, Cina, Iran e Corea del Nord” sulle quali, secondo Kuperman, “poggerà l’equilibrio mondiale, rimasto privo di riferimenti dopo la fine del bipolarismo Washington-Mosca”. Biden, sottolinea ancora, avrebbero dovuto, invece, “cercare di dividere la Cina dalla Russia“, così da rendere “l’avvicinamento strategico l’Iran e la Corea del Nord più complicato”.
Kuperman: “Biden appoggiando Netanyahu ha compromesso il potere degli USA”
Fortunatamente, secondo Kuperman, l’errore di Biden rispetto all’Ucraina e, soprattutto, alla Russia, non avrà influenza sulla situazione tra Cina e Taiwan. Xi Jinping, infatti, starebbe rivalutando “i tempi dell’operazione e non solo perché si sono resi conto che l’invasione attraverso il mare è complicata” ma anche, e soprattutto, per “i contraccolpi economici che ci sarebbero. Pechino”, inoltre, potrebbe abbandonare l’idea di una missione militare per “puntare su una più attenta attività diplomatica“.
Rispetto a Gaza, invece, continua ad analizzare Kuperman, Biden ha sbagliato “firmando un assegno in bianco a Netanyahu” con l’esito di danneggiare “sia l’hard power che il soft power degli Stati Uniti” perché ha dimostrato la “debolezza della strategia americana sulla promozione di un ordine internazionale basato sulle regole“. Inutili, inoltre, sarebbero i bombardamenti in Yemen contro gli Houthi voluti da Biden e dal Regno Unito, perché non sufficienti a ridurre il loro potere militare, oltre che non risolutivi, secondo Kuperman, della questione principale, ovvero che “continueranno i rifornimenti da parte degli iraniani”.