Il caso Biden si arricchisce di nuovi dettagli. I documenti bancari pubblicati dal presidente della commissione Sorveglianza della Camera, James Comer, come riportato da La Verità, aggravano la posizione di Joe, all’epoca dei fatti vice presidente degli Stati Uniti, e del figlio Hunter. È emerso da questi ultimi, infatti, che la famiglia avrebbe ricevuto dall’estero ben 20 milioni di dollari. I trasferimenti di denaro erano ormai appurati, ma nessuno aveva idea di una tale entità. Ora spuntano anche i nomi di alcuni degli stranieri che hanno versato le somme.
“La miliardaria russa Yelena Baturina ha trasferito 3,5 milioni di dollari a Rosemont Seneca Thornton, una società di comodo. Circa un milione è stato trasferito a Devon Archer (ex socio di Hunter Biden, ndr) e il resto è stato utilizzato inizialmente per finanziare un nuovo conto aziendale, Rosemont Seneca Bohai, che Devon Archer e Hunter Biden hanno utilizzato per ricevere altri bonifici esteri”, si legge in una nota di Comer. La donna in questione è la vedova dell’ex sindaco di Mosca, Yury Luzhkov ed in base ad alcune indiscrezioni non sarebbe stata colpita dalle sanzioni statunitensi inflitte agli oligarchi del Paese di Vladimir Putin dopo l’inizio della guerra in Ucraina.
“Biden ha ricevuto 20 milioni dall’estero”, le rivelazioni di James Comer
I conti bancari che incastrano la famiglia Biden, mostrando trasferimenti da 20 milioni di dollari, tuttavia, non coinvolgono esclusivamente persone che fanno riferimento alla Russia. “Nell’aprile 2014”, si legge ancora, “un oligarca kazako (Kenes Rakishev, ndr) ha trasferito il prezzo esatto dell’auto sportiva di Hunter Biden su un conto bancario utilizzato da Archer e Biden”. In molti in questi mesi si sono domandati quale fosse il coinvolgimento di Joe Biden nei rapporti con l’estero del figlio e la questione è ancora al vaglio delle autorità competenti. Pare infatti che proprio l’allora vice presidente degli Stati Uniti abbia incontrato a delle cene a Washington Baturina e Rakishev.
Infine, ci sono le note vicissitudini societarie che riconducono a Burisma. “Nella primavera del 2014, un oligarca ucraino (Mykola Zlochevsky, ndr) ha inserito Archer e Biden nel consiglio di amministrazione dell’azienda e ha accettato di pagargli un milione di dollari ciascuno all’anno. Hunter Biden è stato inizialmente assunto per lavorare come consulente per l’azienda, e Pozharsky e Zlochevsky si sono incontrati con Hunter Biden in una conferenza sul Lago di Como in Italia, dove hanno deciso che Hunter Biden avrebbe lavorato nel consiglio di amministrazione con Devon Archer. L’allora vicepresidente Joe Biden ha visitato l’Ucraina subito dopo i primi pagamenti. I pagamenti da Burisma sia per Devon Archer che per Hunter Biden sono stati trasferiti a Rosemont Seneca Bohai”, si legge infine nella nota.