Una sospensione temporanea della campagna militare nella Striscia di Gaza per garantire il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas e rinviare l’offensiva nella città più meridionale dell’enclave. Questa la richiesta che si sta facendo sempre più pressante dalla Casa Bianca a Israele. Stando a quanto riportato dal Wall Street Journal, Joe Biden avrebbe invitato più volte il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ad accettare questo piano. Infatti, venerdì il presidente Usa avrebbe riferito di aspettarsi che Netanyahu rinvii l’invio di truppe israeliane a Rafah, la cui popolazione è cresciuta fino a quasi 1,5 milioni di abitanti a causa dei palestinesi costretti a lasciare le loro case durante i quattro mesi di guerra in Medio Oriente.



Biden, che aveva parlato con Netanyahu il giorno prima, ha fatto sapere di averlo sollecitato ad accettare un accordo. «Ho sostenuto, e lo penso fermamente, che deve esserci un cessate il fuoco temporaneo per far uscire i prigionieri, per far uscire gli ostaggi». Ma ha anche lanciato un monito a Israele: «Spero che Israele non effettui nel frattempo una massiccia invasione di terra. Mi aspetto che non accada». Il pressing è legato anche al fatto che gli sforzi diplomatici per ottenere il rilascio di circa 130 ostaggi detenuti da Hamas dopo l’attacco del 7 ottobre si sono arenati. Finora Netanyahu e il suo governo di destra resistono alle pressioni internazionali per lavorare con i leader mondiali e porre rapidamente fine ai combattimenti a Gaza. Anzi, stanno ventilando piani per spostare i civili da Rafah al centro di Gaza, dove si propone di creare nuove tendopoli.



GUERRA MEDIO ORIENTE, PRESSING INTERNAZIONALE SU ISRAELE

Anche Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, ha esortato Israele a evitare la prevista offensiva di Rafah, affermando che le operazioni di aiuto umanitario a Gaza sono «supporto vitale». Nel frattempo, l’Egitto ha iniziato a costruire un muro di 12 chilometri quadrati al confine con Gaza come parte di un piano di emergenza nel caso in cui le azioni militari di Israele costringano i palestinesi ad attraversare il confine. Anche se il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato che Israele non ha intenzione di spingere i palestinesi fuori da Gaza.



Venerdì, inoltre, la Corte internazionale di giustizia ha respinto una richiesta d’emergenza del Sudafrica per ordinare a Israele di prendere maggiori misure per proteggere i palestinesi a Rafah, dopo che il mese scorso il tribunale mondiale aveva emesso un’ordinanza provvisoria in cui si intimava a Israele di garantire il rispetto degli obblighi previsti dalla Convenzione sul genocidio del 1948. Ma la decisione di gennaio non ha prodotto alcun cambiamento specifico nelle operazioni militari israeliane.