L’ULTIMA MOSSA DI BIDEN CHE “MINA” IL PIANO DI TRUMP PER LA PACE UCRAINA-RUSSIA: COSA HA DECISO LA CASA BIANCA
Lo dicevamo su questi stessi schermi nelle ore in cui Donald Trump veniva rieletto Presidente degli Stati Uniti d’America: il futuro della guerra in Ucraina poteva presto essere deciso, con la promessa repubblicana di intavolare una tregua tra Putin e Zelensky con l’eventuale perdita di qualche territorio per Kiev. Il dialogo ufficialmente a distanza con il Cremlino negli scorsi giorni ha visto riaccendersi il tema del “cessate il fuoco” all’orizzonte sebbene la guerra imperversi ancora con il Kursk prossimo imponente teatro di battaglia: ora però, scoprendo l’ultima mossa fatta dall’amministrazione Biden con l’invio di nuove armi verso l’Ucraina, il piano di Trump rischia di complicarsi ulteriormente da qui a gennaio quando entrerà ufficialmente alla Casa Bianca dopo il giuramento.
È sempre il Wall Street Journal, che già aveva spoilerato il potenziale piano del GOP con la zona non militarizzata lungo il fronte ucraino e l’impegno di Kiev a non entrare nella NATO per almeno 20 anni, a rilanciare l’invio di oltre 500 intercettori per i sistemi di difesa Patriot e Nasams verso l’esercito ucraino. Sebbene in questi mesi Biden abbia sempre rifiutato il “via libera” all’uso di armi e missili occidentali su territorio russo, l’amministrazione Dem rilancia come ultima mossa prima dell’avvicendamento Biden-Trump un invio di nuovo contingente bellico in aiuto a Kiev. Si tratta di una risposta al forcing che Mosca assume a nuovi soldati nordcoreani starebbe per lanciare nella regione del Kursk con una “controffensiva” dopo gli attacchi subiti in estate. Missili di difesa per aiutare le milizie di Zelensky negli attacchi imminenti tanto nel Kursk quanto nel Donetsk ucraino delle truppe di Putin: dal Pentagono è stato poi spiegato che da qui a fine 2024 saranno inviati in Ucraina anche degli appaltatori per mantenere/riparare gli F-16 già inviati in questi oltre due anni e mezzo di guerra. Quello che colpisce però è l’eventuale invio dei missili ATACMS che avrebbero lunga gittata e potrebbero consentire all’Ucraina di attaccare ben dietro le linee del nemico, fino al fronte russo.
LA SCOMMESSA DI TRUMP, IL TIMORE DI ZELENSKY E L’ATTESA DI PUTIN: INTANTO NEL KURSK MOSCA PREPARA LA CONTROFFENSIVA
Sebbene il nuovo Presidente eletto Donald Trump abbia in questi giorni smentito che il suo collaboratore Bryan Lanza – stratega repubblicano che in una intervista alla BBC aveva delineato alcuni dettagli del piano di pace in Ucraina – parli a nome del Partito Repubblicano, la “scommessa” rilanciata fin in campagna elettorale per chiudere la guerra fra Kiev e Mosca è tutt’altro che campata per aria, tanto che al Cremlino già è emersa l’apertura per tornare al tavolo delle trattative con americani e ucraini.
Colpisce dunque doppiamente la mossa di Biden che suona come un indiretto “boicottaggio” del piano a lungo termine trumpiano: mentre Zelensky spinge per incontrare a breve il prossimo Presidente Usa così da concordare i termini dell’eventuale piano di tregua, dalla Casa Bianca l’invio di nuovi aiuti militari tende a contrastare con l’indirizzo di porre fine ai combattimenti quanto prima. Dalla Russia continua a “fuoriuscire” il commento del Cremlino sulla freddezza circa le aperture americane, aggiungendo però come siano comunque «disponibili a negoziare una pace per il conflitto». Putin attende evoluzioni dal prossimo vertice fra Trump e Zelensky e nel frattempo però lancia un piano da almeno 50mila soldati russi che nel Kursk sarebbero pronti all’attacco per riprendersi le linee perdute nell’offensiva prima dell’estate. Assieme alle milizie russe anche le truppe inviate da Kim Jong-un in Corea, che sarebbero completando l’addestramento per «artiglieria e manovre di fanteria e sono divise in due unità, una d’assalto l’altra di supporto», scrive il NYT citando fonti ben informate al Pentagono e alla Casa Bianca.