Joe Biden non ha intenzione di invocare il 14° emendamento per prevenire un default del debito degli Stati Uniti. Il presidente, nella giornata di martedì, parlando alla Casa Bianca ha escluso una soluzione costituzionale all’attuale impasse del debito. Il capo della Casa bianca e lo Speaker della Camera dei Rappresentanti Kevin McCarthy hanno tenuto tre round di colloqui faccia a faccia per raggiungere un accordo per sollevare l’attuale limite di indebitamento facendo in modo che gli Stati Uniti possano rispettare i loro impegni di spesa.



Il 14° emendamento alla Costituzione, secondo alcuni giuristi, consentirebbe agli Stati Uniti di ignorare semplicemente il limite del debito. Eppure la decisione è stata differente perché secondo il segretario stampa della Casa Bianca Karine Jean-Pierre “non risolverebbe l’attuale problema che abbiamo in questo momento”.



Biden pensava al 14° emendamento

Biden aveva spiegato in precedenza che stava esaminando se invocare o meno il 14° emendamento. Il presidente si era però detto preoccupato per il danno economico che poteva verificarsi nel corso di eventuali azioni legali. Le parole di Jean-Pierre lasciano intendere che il capo della Casa Bianca abbia messo da parte il piano per utilizzare l’emendamento costituzionale per risolvere la crisi del debito. Per l’emendamento il debito pubblico degli Stati Uniti “non deve essere messo in discussione”.

Il 14° emendamento citato da Biden è stato introdotto nel 1866 dopo la fine della Guerra Civile. Nella sezione 4 viene sottolineato che “non potrà essere posta in questione la validità del debito pubblico degli Stati Uniti”. Il presidente aveva spiegato che stava pensando all’utilizzo del mezzo costituzionale per aggirare lo stallo sul tetto del debito pur sapendo che “sarebbe stato contestato legalmente”. Dopo alcune settimane di riflessione, però, è arrivata la decisione opposta.