Joe Biden potrebbe scoprire l’origine del Covid, ma non lo farà. L’accusa arriva da David Asher, senior fellow dell’Hudson Institute, secondo cui il presidente americano potrebbe fare subito luce sulla vicenda, se solo lo volesse. Dopo il report dei servizi segreti Usa aveva promesso: «Il mondo merita delle risposte, e non mi fermerò finché non le avremo». Ma quando il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha incontrato mercoledì il diplomatico cinese Yang Jiechi a Zurigo non si è parlato del coronavirus. Il loro incontro è stato un follow-up della telefonata di Joe Biden col presidente cinese Xi Jinping del mese scorso, ma neppure in quell’occasione si è parlato del Covid.
Da qui le perplessità dell’opinione pubblica e degli intellettuali americani, secondo cui evidentemente non si sta facendo tutto il possibile per scoprire le radici di questa pandemia. Peraltro, non servirebbe neppure la collaborazione della Cina per riuscirci. «Possiamo andare fino in fondo» senza Pechino, afferma David Asher al New York Post.
“ORIGINE COVID? CI BASTEREBBE UN MESE”
David Asher, oltre ad aver lavorato con i federali per contro i finanziamenti al terrorismo, l’evasione delle sanzioni e il riciclaggio di denaro, si è anche occupato del Covid l’anno scorso per il Dipartimento di Stato. «Se possiamo penetrare nel programma iraniano di armi nucleari con i nostri alleati, compresi i nostri partner israeliani, se siamo riusciti a penetrare nei programmi missilistici, spaziali e nucleari della Corea del Nord più volte, non possiamo entrare nel maledetto Istituto di virologia di Wuhan? Davvero?», ha dichiarato al New York Post. Quindi provoca: «Penso che potrei farlo in circa un mese». C’è chi fa notare che non c’è trasparenza neppure tra alcuni scienziati americani. Il riferimento è alla EcoHealth Alliance di Peter Daszak, «finanziata al 98% dai contribuenti». Questa società, fa notare Diane Cutler, che sta indagando sull’origine Covid per la Commissione per l’energia e il commercio della Camera, «ha nascosto i suoi legami con la Cina nei registri finanziari», ma è emerso il suo ampio lavoro con il laboratorio di Wuhan.
“ECOHEALTH VA INCRIMINATA”
David Asher al New York Post a proposito del ruolo di EcoHealth Alliance ha spiegato: «Avrebbe dovuto essere incriminata mesi fa, un anno fa, che ne dite di quasi due anni fa? Sapevamo fin dall’inizio che stavano mettendo fuori informazioni false al Dipartimento di Stato». Ma la «più potente fonte di prove» riguardo la “fuga” del coronavirus dal laboratorio di Wuhan «è la sua stessa sequenza». Ci sono quattro studi, recentemente finiti sul Wall Street Journal, che avvalorano questa ipotesi. Esperti indipendenti, dunque, potrebbero scoprire cos’è successo a Wuhan, sarebbe più facile con l’aiuto dei federali. «Non contateci, però: per qualche ragione, il Team Biden non ha interesse ad andare in fondo ad un evento unico nel suo genere che ha ucciso vite ed economie», conclude il New York Post.