Accordo su cyberspazio, rientro degli ambasciatori, armi e controlli strategici e (forse) sull’Ucraina; distanze ancora notevoli su Navalny, Medio Oriente, spionaggio e diritti civili. Il summit Tra Putin e Biden è stato un primo storico punto di “scongelamento” dei rapporti dopo anni di scontri a distanza: non si risolverà tutto magicamente da domani, ma come dice il Presidente «Credo che un’altra Guerra fredda non sarebbe nell’interesse di nessuno. Ho spiegato al presidente Putin che la mia agenda non è contro la Russia, né contro nessuno, è per il popolo americano».
Sono condivise le responsabilità internazionali, fa sapere ancora Biden alla conferenza stampa successiva al punto stampa di Putin a Ginevra, «L’incontro con Vladimir Putin è stato buono e positivo». Domani o dopodomani i diplomatici di Usa e Russia, ha annunciato il presidente russo Vladimir Putin al termine del summit a Villa La Grange, torneranno a Mosca e Washington confermando l’accordo ottenuto con l’omologo americano dopo 4 ore di negoziati.
SUMMIT USA-RUSSIA: “UN DISCRETO SUCCESSO”
Il vertice tra Usa e Russia si è concluso «con discreto successo»: così fanno sapere i due staff di Vladimir Putin e Joe Biden. Anche senza una conferenza stampa congiunta, i due leader a Ginevra hanno discusso per oltre 4 ore trovando alcuni punti d’accordo (su Ucraina, controllo armi e Medio Oriente) mentre la distanza rimane su cyber attacchi (Putin rivendica interventi di spionaggio degli americani) e questione Navalny («ha deciso di essere arrestato, ha violato più volte la legge russa»). Nell’intervento con la stampa successivo al vertice di Villa La Grange – mentre Biden si è allontanato con la macchina presidenziale – Vladimir Putin ha annunciato che sul fronte Ucraina «la Russia favorirà gli accordi di Minsk» per una pacifica conclusione del conflitto, «Vogliamo aiutare, ad agevolare accordi di Minsk se l’Ucraina è disposta a farlo, lo faremo anche noi».
Uscendo dal summit, Biden ha alzato il pollice verso la stampa confermando l’andamento positivo del vertice: l’incontro con Vladimir Putin e’ durato 93 minuti, quello con le delegazioni allargate 65, dopo una pausa di 45 minuti. «Stiamo tentando di determinare se abbiamo interessi reciproci, dove possiamo cooperare, e, dove non è possibile, stabilire un modo prevedibile e razionale in cui non essere d’accordo, noi due grandi potenze», ha invece detto Biden durante l’incontro nell’iconica sala con il mappamondo, quasi un simbolo “retrò” di un mondo diviso in due tra America e Russia. Se dovessimo riassumere in un flash, Biden dà piena legittimità a Putin e alla Russia come grande potenza, il Cremlino concede spazio per una pacificazione in Ucraina e sulle armi.
IL PRIMO FACCIA A FACCIA
«È sempre meglio vedersi faccia a faccia» apre Biden, replica Putin «il nostro meeting sarà produttivo»: comincia con un manifesta proposta d’intenti positiva il vertice tra Usa e Russia nella Villa La Grange di Ginevra, accolti dalle massime cariche federali della Svizzera. Non è stato invece trovato l’accordo per una conferenza stampa unificata con entrambi i leader presenti fianco a fianco: al termine del summit svizzero, si terranno due conferenze stampa separate.
Stabilito invece l’ordine del vertice in corso dalle ore 14: aprono Putin e Biden con i rispettivi Ministri degli Esteri, seguirà una riunione allargata dove entrambi i Presidenti con 5 consiglieri per parte. All’ingresso a Villa La Grange il presidente federale svizzero Guy Parmelin ha detto ai due leader che la Svizzera «è felice, in conformità alla sua tradizione di buoni uffici, di favorire il dialogo e la mutua comprensione. Vi auguro un dialogo fruttuoso nell’interesse dei vostri paesi e del mondo». Entrando poi nella sala dei negoziati, Putin ha aggiunto al Presidente americano «Ci sono molte questioni che si sono accumulate, spero che il nostro incontro oggi sia produttivo».
IL SUMMIT BIDEN-PUTIN A GINEVRA
Dureranno circa 4-5 ore il vertice storico di Ginevra convocato per oggi alle ore 13 tra i due leader di Usa e Russia: Joe Biden incontrerà Vladimir Putin, solo pochi mesi dopo avergli dato del “killer” e aver ricevuto la pronta replica del n.1 del Cremlino, «chi lo dice sa di esserlo». Al di là però degli scambi molto poco “diplomatici” dei due tra i più importanti leader al mondo, l’incontro arriva nel momento forse di massima tensione raggiunta tra Stati Uniti e Mosca dalla fine della Guerra Fredda.
Diritti umani (caso Navalny su tutti), Medio Oriente, cyberattacchi, geopolitica globale, Nato e Ucraina sono solo alcuni dei temi che potranno essere toccati dal vertice allargato anche ad ambasciatori e Ministri degli Esteri (Tony Blinken e Dmitri Peskov), nella incantevole sede storica di Villa La Grange a Ginevra. Sono previsti anche cambi di formato per i colloqui che inizieranno in forma ristretta e saranno poi allargati alle delegazioni, anche se la durata massima sarà di fatto decisa dalla qualità dei negoziati tra i due Presidenti.
VERTICE BIDEN-PUTIN: I DOSSIER SUL TAVOLO
Il summit tra Joe Biden e Vladimir Putin, nella cornice di un imponente e mai visto dispositivo di sicurezza attorno a Villa La Grange, è stato organizzato a Ginevra 36 anni dopo lo storico vertice fra Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov del 19-20 novembre del 1985: in quel caso non si concluse in un nulla di fatto, ma furono gettate le basi per la futura rappacificazione che culminò poi con la fine della Guerra Fredda e l’abbattimento del Muro di Berlino. Oggi la qualità del dialogo non si prevede altrettanto “positiva”, visti i precedenti tra i due anche recentissimi: «Gli Usa non cercano il conflitto con la Russia, ma risponderanno se Mosca continuerà le sue attività ostili», così ha spiegato Biden dopo il vertice Nato di due giorni fa (preceduto dal G7 e anticipando il vertice Ue-Usa di ieri). L’America dopo Trump intende rinsaldare i rapporti di forza e alleanza con l’Europa, a discapito di Cina e Russia identificate com i “rivali” a cui concedere dialogo ma non di più in questo momento. Preoccupa gli Stati Uniti l’espansionismo cinese e la possibile alleanza con la Russia, elemento da scongiurare oggi nel vertice con Putin: non solo, l’aggressione alla Crimea e la sfida all’Ucraina resta ancora in cima ai dossier geopolitici delle due superpotenze, con ancora Biden che ha detto ieri «noi faremo tutto il possibile per mettere Kiev nelle condizioni di resistere all’aggressione fisica della Russia. Non dipenderà solo da me, se entrerà a far parte della Nato».
LE ‘FRECCIATE’ DELLA RUSSIA
Putin da par suo ha risposto nell’intervista alla NBC di ieri sulla questione diritti umani, in particolare sulla possibilità di rivedere libero e in vita l’oppositore anti-Putin Navalny «Guardi, queste decisioni in questo paese non sono prese dal presidente. È un tribunale che decide se liberare o no qualcuno. Per quanto riguarda la salute, di tutti quelli che sono in carcere, è un qualcosa di cui è responsabile l’amministrazione di ogni carcere. Non sarà trattato peggio di chiunque altro: nessuno dovrebbe ricevere alcun tipo di trattamento speciale. Sarebbe sbagliato. Tutti dovrebbero essere in una situazione uguale».Tra Russia e Usa non è stato raggiunto «nessun accordo» sullo svolgimento di una conferenza stampa congiunta con il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo americano Joe Biden dopo il vertice di Ginevra. Del resto, notano dal Cremlino, non è avvenuto neanche dopo i bilaterali di Biden nel G7, «Forse questo è solo il modo in cui il nuovo presidente americano interagisce con i media, non lo sappiamo» commenta caustico il consigliere del Cremlino per gli Affari Esteri, Yuri Ushakov.