LA RIFORMA DELLA CORTE SUPREMA USA PROPOSTA DAL PRESIDENTE BIDEN: ECCO IN COSA CONSISTE

Una riforma radicale della Corte Suprema Usa per “limitare” i poteri dell’organo più importante degli Stati Uniti, e assieme, puntare a imporre una immunità “minore” per tutti quei Presidenti implicati in procedimenti giudiziari: guardando il piano di Joe Biden non serve un grande sforzo interpretativo per vederci un tentativo di “limitare” l’eventuale vittoria dell’odiato rivale Donald Trump alle Elezioni Usa 2024 contro Kamala Harris.



«Questo Paese è fondato sul principio che nessuno è al di sopra della legge. Né il presidente degli Stati Uniti, né un giudice della Corte Suprema»: inizia così l’editoriale sul “Washington Post” del Presidente Usa Joe Biden nel quale presenta il suo piano di riforma della Suprema Corte di Giustizia americana, dominata fino ad oggi dalla logica delle nomine “a vita” della Casa Bianca e che oggi vede una maggioranza “repubblicana” contro i giudici “democratici”. Il tema è sempre stato accettato specie quando i poteri erano ribaltati tra i giudici della Corte Usa: dalla sentenza che ha abolito la “Roe vs Wade” sul diritto di aborto però Biden ha promesso di invertire la rotta arrivando fino alla modifica costituzionale dei poteri della stessa Corte. E così propone un limite di “soli” 18 anni per il mandato dei giudici, un nuovo codice etico vincolante e accorgimenti per ridurre l’attuale peso dell’organo giuridico americano.



DA BIDEN IL POSSIBILE PIANO DEM CONTRO TRUMP PER IL POST-ELEZIONI (SE KAMALA HARRIS NON DOVESSE VINCERE)

All’insegna della lotta per la “questione morale”, appena pochi giorni dopo il ritiro dalla corsa per le Elezioni Presidenziali 2024, Biden sul WP invoca una ampia riforma della Corte Suprema Usa sotto il profilo “etico”: «Gli scandali che hanno coinvolto diversi giudici – scrive il leader dem – hanno portato l’opinione pubblica a mettere in dubbio l’equità e l’indipendenza della Corte, che sono essenziali per svolgere fedelmente la sua missione di giustizia equa». Ma non c’è solo il limite da porre per i giudici, coinvolti spesso in scandali (o presunti tali) negli ultimi decenni: il piano di Biden va più a fondo e vede come obiettivo principale sempre il suo ormai ex sfidante candidato alle Presidenziali Usa.



«Chiedo un emendamento costituzionale chiamato “Nessuno è al di sopra della legge»: per Biden occorre chiarire che non vi debba essere immunità per crimini commessi da un ex Presidente mentre era in carica, e il riferimento è alquanto banale da riconoscere. «Condivido la convinzione dei nostri Fondatori che il potere del Presidente sia limitato, non assoluto. Siamo una nazione di leggi, non di re o dittatori»: contro Trump dunque, ma anche contro una “maggioranza GOP” in Corte Suprema Usa, in quanto lo stesso vincolo dovrebbe valere per gli ex presidenti e pure per i giudici supremi, «Ciò renderebbe i tempi delle nomine più prevedibili e meno arbitrari. Ridurrebbe la possibilità che una singola presidenza alteri radicalmente la composizione della corte per le generazioni a venire». Biden vorrebbe che il Presidente degli Stati Uniti d’America in futuro si trovasse a nominare un giudice ogni due anni, per poter poi trascorrere massimo 18 anni di servizio attivo alla Corte Suprema Usa. Le polemiche sull’assalto al Congresso nel gennaio 2021, i presunti conflitti d’interesse dei giudici Thomas e Alito (entrambi di nomina repubblicana) e la recente decisione di rendere immune (parzialmente) dai processo penali l’ex Presidente Trump, consentendogli per ora di candidarsi alle Elezioni Usa, hanno portato a questa ipotesi di riforma che Biden punta ad ottenere in appena 6 mesi che restano alla Casa Bianca.