Joe Biden contro tutti. Nel suo mirino c’è sempre Vladimir Putin, ma negli ultimi tempi il presidente americano ha cominciato a puntare il dito contro le compagnie petrolifere e le stazioni di servizio per l’aumento dei prezzi dei carburanti. Eppure, a fine maggio aveva espresso compiacimento per questo, dichiarando: “Stiamo attraversando un’incredibile transizione che, Dio volendo, quando sarà finita, saremo più forti e il mondo sarà più forte e meno dipendente dai combustibili fossili”. Era il 24 maggio e Biden parlava a margine dell’incontro col premier giapponese Kishida. Poi però ha cominciato a intimare alle compagnie petrolifere di aumentare la produzione, accusandole di accumulare extra profitti. Ma le raffinerie Usa stanno operando già al 94% della loro capacità, quelle nel Golfo del Messico al 98%. Si tratta del più alto tasso degli ultimi trent’anni. L’ultimo tweet del presidente Usa ha scatenato reazioni durissime, come quella del board editoriale del Wall Street Journal, che gli hanno dato dell’incompetente senza troppi giri di parole.



Il mio messaggio alle società che gestiscono i distributori di benzina e fissano i prezzi alla pompa è semplice: questo è un periodo di guerra e di pericolo globale. Riducete il prezzo alla pompa per riflettere il costo che state pagando per il prodotto. E fatelo ora”, il tweet di Joe Biden. Durissima la replica di Us Oil & Gas Association: “Ci stiamo lavorando, signor presidente. Nel frattempo, buon 4 luglio e, per favore, si assicuri che lo stagista della Casa Bianca che ha pubblicato questo tweet si iscriva a Econ 101 (il corso base di economia, ndr) per il semestre autunnale”.



WSJ “BIDEN? IMBARAZZANTE CHE PARLI COME CHAVEZ”

Ad alzare la tensione anche Jeff Bezos, fondatore di Amazon e proprietario del Washington Post: “Ahi. L’inflazione è un problema troppo importante perché la Casa Bianca continui a fare dichiarazioni come questa”. Per Bezos è “o di una distrazione o di una incomprensione di fondo delle dinamiche di base del mercato”. Alla lista si è aggiunto il Wall Street Journal, con un editoriale intitolato “Bidenomics 101”, lasciando solo al titolo il tono ironico. “I dirigenti d’azienda hanno attribuito gli attacchi del Presidente Biden alle compagnie petrolifere al cinismo politico, ma forse sono troppo generosi”. Per WSJ si tratta semplicemente di “una deliberata ignoranza dell’economia privata”. Il quotidiano economico tira in ballo anche il predecessore: “Se Donald Trump avesse impartito un simile comando da Presidente, la sinistra avrebbe gridato ‘autoritario’”. I toni del giornale sono durissimi: “È imbarazzante che il leader del mondo libero parli come se stesse imitando Hugo Chávez”. Ci sono dei passaggi in cui si fa pure del sarcasmo: “Si potrebbe pensare che i consiglieri economici del Presidente, istruiti dalla Ivy League, lo abbiano informato che i grandi raffinatori possiedono meno del 5% di tutte le stazioni di servizio in America”.



“IGNORANZA ECONOMICA DI BIDEN NON È CASO ISOLATO”

Wall Street Journal, infatti, ricorda che oltre il 60% è gestito dai singoli o da una famiglia che possiede un negozio, mentre la parte restante è costituita da catene indipendenti o negozi di alimentari che vendono carburante che concedono in licenza i marchi dei raffinatori. Questi ultimi sono usciti dal settore della vendita al dettaglio nel Duemila per i ridotti margini di profitto. Dunque, il 5% del prezzo della benzina (22 centesimi al gallone) copre il costo del trasporto, della manodopera, delle utenze, dei beni immobili e delle commissioni sulle carte di credito. La maggior parte delle stazioni di servizio realizza, quindi, un profitto di pochi centesimi al gallone, restando in attività soprattutto con la vendita di cibo e sigarette. “Se i rivenditori dovessero vendere il carburante al prezzo di costo, la maggior parte di essi fallirebbe. Forse sopravvivrebbero quelli di proprietà dei grandi raffinatori, ma verrebbero accusati di prezzi predatori dai poliziotti antitrust di Biden”. Il Wall Street Journal arriva a stroncare Joe Biden: “L’ignoranza economica del Presidente non è un caso isolato. Negli ultimi mesi ha accusato le compagnie petrolifere e del gas di praticare prezzi stracciati e ha chiesto loro di aumentare la produzione, mentre la sua amministrazione minacciava di farle fallire. Biden non capisce che le imprese prendono decisioni a lungo termine sulla base delle aspettative della domanda e dei segnali politici”.