Doveva essere un incontro positivo e lo è stato, i problemi sono sorti dopo. Parliamo del vertice tra Xi Jinping e Joe Biden, protagonisti di un confronto durato quattro ore. Nonostante la soddisfazione espressa dalle delegazioni di Usa e Cina, il leader della Casa Bianca ha definito il collega “un dittatore”. Lo stesso termine utilizzato pochi mesi fa che scatenò tensioni tra le parti.



Pechino ha definito estremamente “sbagliata” la descrizione di Xi Jinping da parte di Biden, denunciando la “manipolazione politica irresponsabile”.  Una gaffe diplomatica, l’ennesima, che potrebbe mettere a repentaglio il lavoro portato avanti per un disgelo nelle relazioni tra i due Paesi.

L’ennesima figuraccia diplomatica di Biden

Dopo averlo definito “dittatore”, Biden ha provato ad aggiustare il tiro su Xi Jinping: “Nel senso che governa un Paese comunista, basato su una forma di governo totalmente diversa dalla nostra”, riporta Il Giornale. L’uscita del presidente americano ha stupito molti, considerando che poco prima aveva elogiato le discussioni costruttive e produttive con il collega di Pechino. Al centro del dialogo le comunicazioni militare, la cooperazione per affrontare i rischi legati all’Intelligenza artificiale e l’allarme fentanyl. Come anticipato, le parole di Biden sono state stigmatizzate dalla Cona con il portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning: “Questo tipo di discorso è estremamente sbagliato ed è una manipolazione politica irresponsabile. La Cina si oppone fermamente”. Non si tratta del primo caso diplomatico. Già a gennaio Biden aveva dichiarato che Cina e Russia scommettevano sul fatto che gli Stati Uniti sarebbero “diventati più simili a loro”, ovvero “un posto per l’autocrate, il dittatore, l’uomo forte”.



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