L’ABORTO ANCORA AL CENTRO DELLO SCONTRO BIDEN-REPUBBLICANI

Dopo la sentenza storica della Corte Suprema Usa che ha di fatto abolito la “Roe vs Wade” del 1973 sul diritto all’aborto negli Stati Uniti d’America, il Partito Democratico Usa con Joe Biden, Nancy Pelosi e Kamala Harris l’ha “giurata” contro la Suprema Corte, con i Repubblicani e in generale chiunque sul fronte pro-life intende avanzare in diversi Stati la richiesta di legislazione limitante l’interruzione di gravidanza. Il Presidente degli Stati Uniti in particolare ha già firmato alcuni ordini esecutivi atti a cambiare la situazione giuridica sull’aborto passando dal Congresso: nel frattempo però le ultime notizie che arrivano dagli States riportano dell’intento manifesto di Joe Biden di costruire all’interno degli ospedali dei veterani di guerra dei centri per l’aborto.



Come riporta InfoCatolica Usa, è lo stesso Dipartimento per gli Affari dei Veterani ad aver confermato lo scorso venerdì di aver previsto, in unità con la Casa Bianca, la possibilità di praticare aborti in caso di stupro o incesto o comunque nei casi in cui la vita/salute della madre è in pericolo. In questo modo si tenta di contrastare la legislazione di quegli Stati che hanno già limitato notevolmente le possibilità di IVG o che intendono farlo nei prossimi mesi in forza dell’abolizione della Legge Roe vs Wade sancita dalla Corte Suprema americana.



OSPEDALI VETERANI DIVENTANO CENTRI ABORTO: VIOLATA LA LEGGE FEDERALE?

La questione non è solo di rilevanza per lo scontro ormai sempre più acceso negli Stati Uniti sul fronte aborto e in generale sui diritti civili (o sulla stessa definizione di cosa è diritto e cosa no): dato che la decisione della Veterans Administration arriva con attiva la legge della Corte Suprema che abolisce il concetto di “diritto di aborto”, il rischio forte è che tale legge federale sia stata violata dal Dipartimento direttamente “orientato” alle forti richieste giunte fin dal Presidente Joe Biden. «Gli aborti verranno posti in essere indipendentemente dalle restrizioni statali», fa sapere il segretario per gli affari dei veterani (VA) Denis McDonough. Ciò significa che tali disposizioni verranno applicate anche negli Stati “pro-life” che hanno limitato se non proprio quasi del tutto vietato la pratica dell’interruzione di gravidanza.



«Le veterane incinte e i beneficiari dell’amministrazione dei veterani meritano l’accesso a cure riproduttive di livello mondiale quando ne hanno più bisogno», ha spiegato sempre McDonough, concludendo «Questo è ciò che la nostra nazione deve loro, ed è ciò che noi del VA offriremo». Scatta la protesta del senatore James Lankford, un repubblicano pro-vita dell’Oklahoma, in quanto sottolinea come tale mossa della VA sia «illegale» in quanto «Solo il Congresso può cambiare la legge federale, e il Congresso ha sostenuto negli ultimi 30 anni che il VA non è autorizzato a fornire servizi di aborto… L’aborto non è e non sarà mai un’assistenza sanitaria. La sanità protegge la vita. L’aborto prende la vita. Invece di promuovere l’eliminazione della vita umana, sfido te e altri nell’amministrazione dei veterani a rispettare la dignità dei nostri veterani e tutti i membri delle loro famiglie, compresi i bambini non ancora nati, assicurando che i servizi forniti e finanziati dall’amministrazione dei veterani sono focalizzati su un’autentica assistenza sanitaria, in conformità con la legge federale». Il principale gruppo pro-life americano – Susan B. Anthony Pro-Life – ha fatto sapere con la sua presidente Marjorie Dannenfelser come sia un forte «peccato che il segretario McDonough abbia ceduto alle richieste di Biden e della lobby radicale sull’aborto di violare le leggi statali e federali sull’aborto. L’aborto non è assistenza sanitaria – in effetti, comporta seri rischi per la salute fisica e mentale – e l’espansione dell’aborto su richiesta nell’amministrazione dei veterani è illegale, punto». Da Biden a Pelosi, l’accusa dei gruppi pro-life americani è netta: «Questo è l’ultimo esempio eclatante dell’estremismo pro-aborto che ha preso il sopravvento sul Partito Democratico».