TROVATE ALTRE CARTE TOP SECRET A CASA DI BIDEN (E NON SOLO NEL GARAGE)
Quello già ridenominato forse troppo prematuramente come “garage gate” rischia di ingrossarsi ancora di più come potenziale scandalo per il Presidente Usa Joe Biden: non solo, il termine “garage” rischia già di essere superato in quanto le carte top secret ritrovate a casa del n.1 dem Usa non sarebbero solo vicino alle sue Corvette nel maxi scantinato di casa Biden a Wilmington, Delaware. Lo annuncia direttamente la Casa Bianca in un comunicato spiegando che i documenti considerati e protocollati come top secret sono stati ritrovati anche in un’altra stanza: si tratta del terzo “ritrovamento” dopo le carte rinvenute in un ex ufficio del Presidente (nel Penn Biden Center a Washington) e quelle appunto “ammesse” dal Presidente Biden due giorni fa in conferenza stampa, «nel garage vicino alla mia Corvette».
La nota della Casa Bianca intendeva provare a spegnere le polemiche sui documenti top secret che, non solo in casa Repubblicani, viene visto come un potenziale scandalo quantomeno pari a quello legato ai documenti “secretati” sequestrati dal FBI in casa di Donald Trump. «Gli avvocati del presidente Usa Joe Biden hanno trovato nella sua casa di Wilmington, in Delaware, più documenti classificati di quanto si sapesse finora», spiega il legale Richard Sauber in una nota apparsa sul sito della Casa Bianca. Sono state trovate in totale 6 pagine di carte “classificate”, mentre in precedenza la White House aveva riferito che era stata trovata una sola pagina: si tratta, pare, di documenti legati al periodo in cui Biden era il vicepresidente di Barack Obama.
BIDEN NEI GUAI: ORA COSA PUÒ SUCCEDERE?
L’avvocato Sauber ha spiegato che le prime ricerche dei documenti si erano interrotte dopo la prima pagina rinvenuta e che invece lui lo scorso giovedì aveva già trovato le altre 5 cercando in un’altra stanza della casa di Joe Biden: ora la “cattiva gestione” dei documenti top secret da parte dell’amministrazione Obama è sotto indagine di un ex procuratore degli Stati Uniti, Robert Hur, nominato da poco dal procuratore generale Merrick Garland come “procuratore speciale”. Secondo la posizione dei Democratici, l’iter seguito da Biden sarebbe in piena regola: dopo il rinvenimento dei documenti a Washington, gli avvocati hanno subito avvisato l’Archivio di Stato. Ma per molti – anche nella stampa liberal anti-repubblicana – la posizione di Biden ora si fa più delicata ad un anno dalle Presidenziali.
Lo speaker repubblicano Kevin McCarthy ha fatto già sapere che il Congresso «deve indagare sui documenti di Biden» così come “serpeggia” l’ipotesi sulla stampa Usa che qui documenti top-secret (di norma si tratta di informazioni che potrebbero danneggiare o mettere in pericolo la sicurezza nazionale degli Stati Uniti) non fossero già stati consegnati all’Archivio dopo la fine della vicepresidenza Biden nel secondo mandato Obama. Se il Presidente dem infatti confermerà la sua candidatura alle Elezioni 2024 (ancora non è avvenuta) ci si troverebbe nell’inedita situazione di due candidati entrambi sotto indagine per aver tenuto documenti top secret in casa. «Si sta cercando di trovare un equilibrio fra l’importanza della trasparenza pubblica e le norme e i limiti necessari a proteggere l’integrità dell’indagine. Queste considerazioni richiedono di evitare la diffusione pubblica di dettagli rilevanti per l’inchiesta mentre è in corso», spiega ancora l’avvocato Sauber. Allo stesso tempo occorre capire come mai quelle carte non siano state consegnate nel gennaio 2017 (dopo la vittoria di Trump alle Presidenziali 2016) come da prassi agli Archivi Usa ma siano finite in casa Biden.