Joe Biden vuole strappare gli scienziati alla Russia di Vladimir Putin. Questo sarebbe il piano del presidente degli Stati Uniti d’America, che ha in mente di far approdare in landa a stelle e strisce gli esperti con specializzazione in intelligenza artificiale, fisica quantistica, ingegneria nucleare, tecnologia spaziale. Il punto è che proprio su quei profili Putin punta con decisione per creare nuove armi, missili e navi spaziali, anche se migliaia di scienziati sognano di fuggire dal Paese e alcuni l’hanno già fatto, andando in Georgia e in Turchia e presentando tra le 70 e le 100mila richieste di espatrio nel solo mese di aprile.
A darne notizia è il quotidiano “Il Messaggero”, che spiega che “Biden vuole cogliere al volo l’occasione e attirarli in America, per arricchire le file degli scienziati nel suo Paese e allo stesso tempo fare uno sgambetto a Putin, indebolendo il futuro della ricerca in Russia”. Il presidente americano “non sta perdendo tempo. Ha già incluso la sua proposta nell’ambito del pacchetto di 33 miliardi di dollari di aiuti per l’Ucraina e la sua idea è di alleggerire le richieste burocratiche per la concessione di visti di lavoro: egli propone di concedere i visti anche senza uno sponsor, un’eccezione che ha un famoso precedente storico”. Di quale precedente si tratta?
JOE BIDEN CERCA IL NUOVO WERNHER VON BRAUN
È sempre “Il Messaggero” a fornire la risposta a tale quesito e a meglio illustrare il progetto di Joe Biden, che affonda le sue radici nel periodo immediatamente successivo alla Seconda Guerra Mondiale, quando gli USA portarono nei loro laboratori 1.600 scienziati tedeschi che avevano lavorato durante il nazismo, come Wernher von Braun, il quale per Hitler aveva creato i razzi V2 che colpirono Londra durante il conflitto. Tuttavia, dopo essere approdato negli Stati Uniti d’America, von Braun “mise le basi del programma spaziale Usa e portò gli astronauti a stelle e strisce sulla Luna”.
Biden, secondo il quotidiano, cercherebbe solo coloro che sono dotati di un master o di un dottorato di ricerca in materie scientifiche avanzate e “il fatto che non si preveda la presenza di sponsor lascerebbe immaginare che il presidente voglia ricalcare proprio l’esperienza post-bellica, assegnando questi scienziati ai laboratori federali. Su un punto però non farebbe eccezioni: anche i più qualificati dovrebbero superare il complesso processo di verifica della sicurezza”.