Rischia di trascinarsi per settimane la crisi dei migranti ai confini est dell’Europa in Bielorussia, con scenari al momento potenzialmente drammatici: dopo che per giorni profughi e rifugiati sono stati letteralmente “spinti” verso il confine europeo, la Polonia ha reagito con forza alla “mossa” del regime di Lukashenko. «Sigillare il confine polacco è nel nostro interesse nazionale – ha scritto sui social il Premier polacco Mateusz Morawiecki -. Ma oggi sono in gioco anche la stabilità e la sicurezza dell’intera Ue».
Sono migranti in arrivo da Siria, Africa subsahariana, Afghanistan e Medio Oriente: hanno pagato anche migliaia di euro per poter arrivare in Bielorussia in modo da poter poi tentare l’attraversata in Europa. La Polonia ha costruito una recinzione lungo il confine e ora attacca la Bielorussia di voler creare tensioni sociali provocando una sorta di “invasione” umana: «Questo attacco ibrido del regime di Lukashenko è rivolto a tutti noi. Non ci faremo intimidire e difenderemo la pace in Europa con i nostri partner della Nato e dell’Ue».
IL MONITO DI UE E USA A LUKASHENKO
Le scene viste in questi giorni sono nuovamente drammatiche e mettono sul banco d’accusa l’inconsistenza europea nel gestire la crisi migratori ma anche il progetto di Lukashenko (e Putin?) di voler creare tensione nell’area Est. Secondo Europa e Usa, negli ultimi dispacci dalle cancellerie, il regime bielorusso sfrutterebbe la disperazione dei migranti, provenienti da Iraq e Siria, per “far vacillare l’Europa”. Non solo, per creare instabilità e accusare poi la Polonia di voler costruire muri e respingere persone in fuga dalla guerra: la BBC ha riportato di diverse ambasciate bielorusse in Medio Oriente che avrebbero distribuito visti turistici per Minsk, addirittura pacchetti viaggio da 10-15 mila euro per far arrivare migranti con la promessa poi di farli entrare in Europa. «Il ministero della Difesa bielorusso ritiene infondate e non comprovate le accuse da parte polacca», contrattacca Minsk in un comunicato del Ministero della Difesa, «Vogliamo anticipatamente mettere in guardia la parte polacca contro l’utilizzo di qualsiasi provocazione per giustificare eventuali azioni bellicose illegali” contro i migranti». Polonia di contro chiede sanzioni ma soprattutto chiede che l’Europa prenda posizione: «La nostra priorità più urgente è chiudere i rubinetti degli arrivi di migranti all’aeroporto di Minsk», scrive la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, su Twitter, «Mentre intensifichiamo i contatti con i Paesi partner, continuerò a dare priorità alla protezione dell’integrità delle nostre frontiere esterne». Nato e Usa entrambe solidali con la Polonia («Gli Stati Uniti condannano fermamente lo sfruttamento politico e la manipolazione di persone vulnerabili ad opera del regime di Lukashenko», attacca il portavoce del Dipartimento Ned Price), Germania chiede presenza più forte dell’Unione al fianco di Varsavia: la risposta della Presidente della Commissione Ue Von der Leyen si limita ad un «La strumentalizzazione dei migranti per finalità politiche è inaccettabile».