Big Tech, i cinque Paesi chiedono tasse

La Germania e altri cinque Paesi hanno avanzato alla Commissione europea la richiesta di far pagare alle Big Tech alcuni costi della rete di telecomunicazioni europee. I Paesi si sono uniti nel dibattito venerdì, attirando il sostegno delle classiche aziende di telecomunicazione e la netta opposizione dei gruppi di interesse come Google, Netflix, Amazon e così via. Il pagamento della rete di telecomunicazioni europea andrebbe infatti a costringere le Big Tech a tasse ingenti.



D’accordo aziende classiche come Deutsche Telekom, Orange, Telefonica, Telecom Italia. A loro dire si tratterebbe di un contributo equo, soprattutto perché i sei maggiori fornitori di contenuti sviluppano la metà del traffico Internet di dati. In netta contrapposizione invece Alphabet Inc, Google, Netflix Inc, Meta, Amazon.com Inc e altri giganti della tecnologia. Per loro, la tassa sul traffico Internet sarebbe un tentativo di appropriarsi di denaro da un settore per sostenere la vecchia guardia.



Tasse alle Big Tech: a inizio 2023 la consultazione

Il capo del settore della Commissione europea Thierry Breton ha spiegato che una prima consultazione avverrà all’inizio del 2023 prima di proporre una legislazione sul pagamento di tasse per le Big Tech. Paesi come Austria, Estonia, Finlandia, Irlanda, Paesi Bassi e Germania hanno scritto in una lettera alla Commissione: “Noi come Stati membri abbiamo sempre considerato di grande importanza un dibattito aperto e trasparente sulla sostanza sul tema della ‘condivisione equa’. Tuttavia, esortiamo la Commissione a creare ulteriore trasparenza sulla tempistica, sulle analisi e sui passaggi previsti su questo argomento”.



I Paesi vorrebbero inoltre che la Commissione Europea discutesse l’argomento separatamente e non nella riunione combinata con un altro atto legislativo noto come direttiva sulla riduzione dei costi della banda larga (BCRD) per la quale si mira a ridurre i costi per l’installazione di reti ad alta velocità. Si tratterebbe infatti di questioni diverse che non avrebbero affrontate insieme e dunque i cinque Paesi, più la Germania, vorrebbero discussioni differenti.