Italia-Turchia: si scrive partita di calcio, ma si legge politica. Mentre mancano oramai poche ore al match dello stadio Olimpico di Roma che segna non solo il kick-off ufficiale degli Europei di calcio 2021 ma anche l’esordio della nazionale azzurra nel torneo, a tenere banco è soprattutto l’extra-campo. Dopo la conferma che alla partita inaugurale non avrebbero presenziato il premier italiano Mario Draghi e il suo omologo turco, Recep Tayyip Erdogan per motivi di opportunità politica (ma i bene informati raccontano che sotto c’è anche altro), i riflettori si accenderanno sul terzogenito del Presidente della Repubblica sul Bosforo, vale a dire Necmettin Bilal Erdogan: il 40enne imprenditore, infatti, sarà in tribuna assieme al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e al Ministro dello Sport di Ankara, Mehmet Kasapoglu.



Tuttavia la presenza del figlio di Erdogan, di fatto a fare le veci del padre assente, ha fatto storcere il naso a più di qualcuno. Ma chi è Necmettin Bilal e come mai il suo nome, nonostante sia sconosciuto ai più, è oramai da tempo intrecciato a doppio filo con la cronaca italiana? Come detto, il 40enne nato nel 1981 a Istanbul è il terzo di quattro fratelli e, dopo aver terminato il suo ciclo di studi in patria, fu mandato dal padre negli USA per frequentare prima una prestigiosa high school e successivamente l’Indiana University Bloomington dove aveva conseguito una laurea in Scienze Politiche ed Economiche, a cui ha fatto seguito anche un Master’s Degree presso la “John F. Kennedy School of Government” della Harvard University.



CHI E’ BILAL ERDOGAN: NEL 2015 L’ACCUSA DI RICICLAGGIO E L’ARCHIVIAZIONE

Insomma, un percorso di tutto rispetto per Bilal (oggi a sua volta padre di due bambini) e che testimonia della volontà di Erdogan sr. di avviare Bilal su una strada molto simile alla sua. Però il suo nome è cominciato ad apparire nelle cronache nostrane per motivi differenti: dopo aver svolto uno stage presso la World Bank, è tornato in Turchia, diventando azionista di una importante società di trasporti marittimi ed entrando nel CdA di una fondazione d’istruzione. Infatti non solo Bilal parla un po’ l’italiano per via di studi fatti a Bologna, ma nel lontano 2003 l’allora premier Silvio Berlusconi fu il testimone d’eccezione delle sfarzose nozze dell’ancora 22enne Bilal, con tanto di doni agli sposi e gaffe nei confronti della neo moglie, un baciamano che cozzava con i dettami dell’Islam ma su cui lo stesso Erdogan ebbe modo di scherzare.



Al di là di quest’episodio, il figlio di Erdogan si era trasferito proprio a Bologna nel 2015, ufficialmente per completare il suo PhD presso la sede della “Johns Hopkins University” del capoluogo felsineo, ma fonti bene informate riferiscono che vi erano anche altri motivi. Non a caso, l’anno successivo, Bilan ha dovuto rispondere dell’accusa, poi ritenuta dai magistrati priva di fondamento, di riciclaggio di denaro a seguito di un esposto presentato da un oppositore politico del padre rifugiatosi in Francia. Una vicenda che aveva profondamente irritato Erdogan sr., tanto da indurre questi (a seguito di una doppia archiviazione per “non riscontrabilità delle accuse” e definendo “false” le intercettazioni oggetto di indagine) a minacciare il deterioramento dei rapporti diplomatici col nostro Paese. L’inchiesta, si ricorda, cercava eventuali prove del legame tra il riciclaggio di tali somme e quella vicenda che un paio di anni prima era stata la cosiddetta “tangentopoli del Bosforo” in Turchia.