L’Unione europea sta finendo i soldi e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen batte cassa. Dagli aiuti per il Covid alla guerra in Ucraina, passando per l’inflazione in rapido aumento: sono alcune delle cause per le quali si stringono le casse di Bruxelles, che ora vuole più soldi dalle tasse degli Stati membri per il bilancio Ue. Infatti, è stata annunciata la proposta di revisione del bilancio pluriennale dell’Unione. «Per tre anni abbiamo vissuto una crisi dopo l’altra. E naturalmente questo mondo di crisi multiple si riflette anche sul nostro bilancio, ne abbiamo esaurito la flessibilità. Dobbiamo portare il nostro bilancio su un percorso di finanziamento stabile. Abbiamo dovuto dare nuove priorità ai nostri fondi», ha dichiarato von der Leyen, che vorrebbe disporre di poco meno di 66 miliardi di euro in più entro il 2027.



Sull’Ucraina viene proposto un sostegno di 50 miliardi in quattro anni dal bilancio comune, sulla migrazione è stato proposto un aumento di budget di 15 miliardi. Invece, per il terzo capitolo della competitività tecnologica, è previsto uno stanziamento di altri 10 miliardi. Rispetto al quadro di bilancio complessivo dell’attuale periodo di finanziamento dal 2021 al 2027, si tratterebbe solo del 6% circa. Ma dal punto di vista politico, si tratta di una cifra enorme. Infatti, diversi Stati contributori netti, in primis Germania e Olanda, avevano già dichiarato, prima della presentazione delle richieste di bilancio della Commissione, che avrebbero potuto accettare fondi aggiuntivi solo per sostenere finanziariamente l’Ucraina contro la guerra scatenata dalla Russia. Anche l’Austria è scettica, stando a quanto riportato da Die Presse.



BILANCIO UE: DALL’EMERGENZA MIGRANTI AL NEXT GENERATION EU

Per quanto riguarda il dossier migranti e asilo, l’aggravarsi dell’emergenza richiede nuovi sforzi finanziari. Riguardo i 15 miliardi pianificati da Ursula von der Leyen, serviranno per rendere più sicure le frontiere esterne, soprattutto sulla rotta dei Balcani occidentali e nel Mediterraneo, da un lato, e per fornire aiuti umanitari ai rifugiati siriani che soffrono in Turchia, Giordania, Libano e Siria, dall’altro. Il fondo da 750 miliardi di euro deciso per il Covid (Next Generation Eu) si sta rivelando più costoso, perché 421 miliardi di euro sono pagamenti che gli Stati membri non devono rimborsare, il resto sono prestiti. La somma da non rimborsare è stata fornita rivolgendosi ai mercati finanziari per mezzo di obbligazioni.



Ma dopo la svolta sui tassi d’interesse della Banca Centrale Europea (BCE) dello scorso anno, il servizio del debito per queste obbligazioni è diventato drasticamente più costoso. L’istituto di ricerca economica Bruegel, con sede a Bruxelles, come riportato da Die Presse, ha calcolato che pagare gli interessi sulle obbligazioni UE di nuova generazione costerà almeno 30 miliardi di euro, il doppio di quanto previsto dalla Commissione. Nel 2027, ad esempio, il 5,3% del bilancio dell’UE dovrà probabilmente essere usato solo per questo servizio di interessi, a scapito dei programmi per la ricerca, gli scambi universitari o il Fondo sociale europeo.