Quella scoperta per purissimo caso da un uomo – e, di conseguenza, anche dalle autorità – nella contea del Cheshire (nel nord ovest dell’Inghilterra, poco distante da Liverpool e Manchester) è una vera e propria storia dell’orrore che ha per protagonista – ovviamente involontaria – una bimba tenuta segregata in un cassetto per tre lunghi anni dalla madre che non aveva mai voluto registrare la nascita della piccola evitando accuratamente di parlarne con chiunque: una vicenda – comunque – a lieto fine visto che la piccola ora è stata affidata ad un assistente sociale e sta bene, mentre la madre condannata a sette di anni reclusione; peraltro senza mai aver mostrato un reale pentimento per l’accaduto.
Entrando del merito di questa complessa vicenda raccontata dal Guardian – che precisa che tutti i protagonisti, per ovvie ragioni, sono rimasti anonimi – vale la pena cominciare dal ritrovamento della bimba avvenuto (appunto) per caso: un uomo che parrebbe essere l’attuale compagno della madre della piccola si era – infatti – recato al primo piano della sua abitazione per usare il bagno, udendo un flebile lamento che aveva ricondotto al pianto di un neonato; scoprendo immediatamente l’amarissima verità una volta aperto il cassetto ed allertando le autorità che hanno mosso anche la macchina dei servizi sociali.
Bimba nascosta in un cassetto per tre anni: la storia dell’orrore che arriva dalla contea del Cheshire
La bimba al momento del ritrovamento in quel cassetto dove aveva trascorso – si scoprì più tardi – tutti i primi tre anni della sua vita pesava pochi chili ed era in un evidente stato di malnutrizione, con i piedi gonfi e mal sviluppati, gli arti flosci, i capelli arruffati ed affetta da una grave forma (ovviamente non curata) di palatoschisi; oltre ad essere completamente incapace di emettere qualsiasi suono comunicativo e di muoversi autonomamente, non aveva mai visto la luce né respirato l’aria esterna apparendo di fatto come un neonato di appena 10 mesi di vita, nonostante ne avesse ormai quasi 36.
Singolare che al momento del ritrovamento, a fronte delle domande dell’assistente sociale, la madre della bambina ha ammesso in modo apatico e distaccato che l’aveva tenuta sempre segregata in quel cassetto; raccontando poco dopo che la nascita era avvenuta nel marzo del 2020 (con il ritrovamento a febbraio 2023) quando la donna era al centro di una relazione con un uomo violento al quale volle tenerla nascosta, nascondendola in un cassettone sotto al suo letto senza mai farne parola con nessuno neppure dopo la fine del rapporto violento e limitandosi a cambiarle il pannolino ogni tanto, nutrendola con siringhe di latte ed omogeneizzati, oltre ad averla lasciata sola in più occasioni quando si era allontanata per diversi giorni dall’abitazione.