LA RIFORMA BLOCCATA SUI BIMBI IN CARCERE: COSA SUCCEDE
Con la crisi di Governo e lo scioglimento delle Camere quasi tutte le riforme “pendenti” in Parlamento sono state gioco-forza bloccate e rinviate a dopo le Elezioni: tra queste, una piccola vicenda dal risvolto però umanitario dirimente viene segnalata oggi su “La Repubblica” dall’ex parlamentare Pd ed ex radicale, Luigi Manconi. Si tratta della riforma dei cosiddetti “innocenti assoluti”, ovvero qui 27 bimbi dagli 0 ai 3 anni reclusi in carcere con le proprie madri: dopo il via libera della Camera, mancava solo l’ok del Senato per poter divenire legge. Le condizioni spiega Manconi, erano tutte favorevoli: «l’impegno incondizionato della Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, e la non opposizione delle destre, disponibili a lasciar passare il provvedimento in modo “indolore”».
Così però non avverrà in quanto lo scioglimento delle Camera ha spazzato via tra le altre cose anche la discussione finale della riforma in Parlamento: una legge che avrebbe eliminati quegli ostacoli burocratici che ancora rendono di fatto prigionieri nelle celle dei bambini completamente innocenti. «Quella piccola riforma, intelligente e razionale, li avrebbe “liberati”, trovando soluzioni alternative alla detenzione», ammette amaramente l’ex Dem, pur riconoscendo che si trattava di una “piccola” riforma in termini numerici di emergenza. Nel passato infatti quei bambini “ostaggio” della giustizia italiana e dei suoi regolamenti erano ben più degli attuali 27: «Una cifra in apparenza modesta, ma una grande infamia, forse la più oltraggiosa per la nostra civiltà giuridica tra quante se ne consumano quotidianamente nei luoghi di privazione della libertà personale», attacca ancora Luigi Manconi.
LUIGI MANCONI E LA CRITICA AL PREMIER DRAGHI
Le considerazioni fatte dall’ex deputato, che segue da anni le politiche per i diritti umani in Parlamento, riguardano anche la scelta di sfiduciare un Presidente del Consiglio come Mario Draghi: «Sono un estimatore di Mario Draghi, ma anche se fossi stato un suo severe critico o un suo fiero avversario, prima di contribuire alla caduta del governo da lui guidato, avrei fatto una serie di riflessioni. Quelle relative alla sua indiscussa autorevolezza internazionale, quelle collegate all’urgenza di implementare e tradurre in provvedimenti concreti e decreti conseguenti il PNRR, quelle riferite alle prossime e improrogabili scadenze, e alla ripresa del Covid e alla guerra in Ucraina e all’inflazione…». Ma soprattutto, conclude Manconi, il pensiero sarebbe andato per riforme necessarie e dignitose per il Paese, tra cui appunto quella sui bimbi in carcere con le madri.
«Capisco che la mia possa essere considerata una concezione, come dire?, eccentrica dell’azione pubblica (infatti non sono un Parlamentare della Repubblica), ma penso che o la politica sarà capace di farsi carico della sofferenza di quei 27 bambini e della loro sorte futura, condizionata in profondità dall’esperienza attuale, oppure il suo declino e la sua perdita di senso si riveleranno irreversibili», denuncia con amarezza l’ex parlamentare Dem. La legge approvata alla Camera prevedeva lo stop alla reclusione per le madri con figli di età inferiore ai 6 anni: la novità del testo di legge del deputato Pd Paolo Siani prevedeva anche l’esclusione della custodia cautelare in carcere per una donna incinta, nonché appunto se madre di un figlio di età inferiore ai 6 anni, o del padre nel caso in cui la madre sia morta o impossibilitata ad assistere alla prole. Si promuoveva il trasferimento presso le case famiglie protette: «saranno l’unica scelta per far scontare la pena a una donna in gravidanza o con un bambino fino a sei anni di età – ha spiegato Siani – salvo esigenze cautelari di eccezionale rilevanza». Con lo scioglimento delle Camere, a questo punto, si dovrà ripartire da zero nella prossima Legislatura.