In principio (mediatico) fu Alan Kurdi ma purtroppo la sua stessa sorte continua a toccare a tanti altri piccoli bimbi innocenti come lui: Aylan (o Alan) non era certo il primo bambino morto nel tentativo di attraversare il mare in cerca di un futuro migliore, eppure divenne il primo in epoca moderna con una fotografia shoccante che fece il giro del mondo. Oggi, nel vedere le immagini diffuse da Oscar Camps su Twitter (il fondatore della ong “Open Arms”) la mente torna ad Alan e a tutti quelli che come lui fecero la medesima indegna fine (terrena, con la speranza che il Cielo si occupi di quelle piccole vite spezzate).



Le foto strazianti questa volta arrivano dalla Libia, precisamente dalla spiaggia di Zuwara: si tratta di due bimbi piccoli e di una donna. Il primo con il volto coperto dalla sabbia indossa una tutina da neonato, l’altro ha i piedi scalzi e sembra addormentata sulla sabbia, la terza foto invece vede una donna che come i due piccoli di qui sopra ha subito la stessa sorte.



LA DENUNCIA DI OPEN ARMS

«Sono ancora sotto shock per l’orrore della situazione, bambini piccoli e donne che avevano solo sogni e ambizioni di vita – scrive Oscar Camps sui social mostrando le foto strazianti (che come Sussidiario.net abbiamo deciso di non mostrarvi, ndr) – Sono stati abbandonati su una spiaggia, Zuwara in Libia per più di 3 giorni. A nessuno importa di loro»: la denuncia di Open Arms arriva nei giorni delle durissime immagini in arrivo dalle spiagge di Ceuta nell’enclave spagnola del Marocco, ma anche dai continui sbarchi di mini-barchini nei porti siciliani. Sulle tre vittime ora “immortalate” nelle foto virali non vi è alcuna conferma su quale triste sorte sia toccata loro: probabilmente, nota l’Agenzia ANSA, potrebbe trattarsi dell’ultimo naufragio annunciato dall’OIM (Organizzazione Internazionale Migranti) dove rimasero dispersi nella notte tra il 18 e il 19 maggio almeno 50 dispersi con molte donne e bambini (altri 33 sono stati recuperati e salvati). Come ha scritto oggi nel suo editoriale in home page del Sussidiario.net Fernando de Haro, «Il controllo delle migrazioni nel Mediterraneo centrale è subappaltato alla Libia e ciò comporta uno scarso rispetto dei diritti umani. Il sistema di asilo è fallito fin dal 2015 e non funziona il Regolamento di Dublino, che stabilisce che l’asilo possa essere richiesto solo nel Paese di arrivo […] Finché i meccanismi di solidarietà con i Paesi del sud dell’Europa saranno di “contributo flessibile”, non obbligatorio e solo in caso di crisi, di fatto non verrà riconosciuto a Spagna, Grecia e Italia il loro stato di frontiera meridionale di tutta l’Europa».

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