PER 2 ANNI LA CHIESA CATTOLICA IN CANADA È STATA BERSAGLIO DI ODIO E ASSALTI PER LE FOSSE COMUNI DI BIMBI SEPOLTE: MA NESSUN OSSO È ANCORA STATO TROVATO
Per almeno due anni media, social, intellettuali e benpensanti hanno scagliato odio e indignazione contro la Chiesa Cattolica del Canada per aver “fatto lavaggio del cervello ai nativi”, “convertito a forza le popolazioni canadesi” e, elemento ancor più inquietante, per aver sepolto centinaia di bambini indigenti sotto diverse chiese del Paese in forma anonima, probabilmente dopo scempi e abusi compiuti. Ebbene, sono passati oltre 2 anni dal quel primo, sinistro, report scioccante dal Canada: ma di ossa o fosse comuni ancora nulla è stato trovato. Peccato però che ora a dare questa notizia sia stato qualche giornale cattolico canadese, le sigle cattoliche internazionali (ma mica tutte) e qui in Italia solo “Foglio” e ”Tempi”.
Era il 2021, il viaggio di Papa Francesco in Canada sarebbe avvenuto solo un anno più tardi e quel report choc sottolineava la presenza di almeno 215 bambini sepolti sotto una chiesa nei dintorni del collegio cattolico, la Kamloops Indian Residential School. Il ritrovamento di quelle fosse comuni, si diceva all’epoca nella denuncia di un gruppo indigeno canadese della Columbia, fu reso possibili da «esplorazioni di un georadar, sfruttando le onde elettromagnetiche ed evitando così scavi». Si indignò il mondo intero e dopo diversi altri presunti “ritrovamenti” anche Papa Francesco in visita nell’estate 2022 dovette chiedere perdono accorato per «gli abusi» e le «indegne violenze» compiute da membri del clero tra l’Ottocento e il Novecento. Il problema è che in quasi due anni e mezzo di ossa o fosse comuni ancora nulla è stato trovato.
LA CHIESA, IL PERDONO E L’IDEOLOGIA: QUALI SCENARI ORA IN CANADA
Di contro però, l’odio scatenato da quei report di questi anni ha prodotto la “bellezza” di 96 chiese assaltate in Canada, un sentimento diffuso di condanna e indignazione contro la Chiesa Cattolica anche da parte delle autorità, Premier Justin Trudeau in primissima fila. Convocò lui stesso una conferenza stampa a reti nazionali per minacciare misure dure contro la Chiesa dopo il “ritrovamento” delle fosse coi bambini, chiedendo di «assumersi la responsabilità di quanto accaduto» ai vertici attuali della Santa Chiesa Cattolica. Anche per tutti questi motivi il Papa si mostrò in sincera penitenza per quanto avvenuto, ma il problema è che ancora oggi non vi sono prove dirette di quegli scempi narrati e accusati.
Di quei 215 bambini sepolti – e poi altri ancora furono le accuse – ancora non v’è traccia, mentre prove dirette dell’assalto tra danni, profanazioni e incendi delle 96 chiese canadese, ecco di quello c’è tutto il campionario di orrore. Trudeau arrivò a dichiarare che, sebbene bruciare le chiese fosse «decisamente sbagliato», la rabbia è «reale e… pienamente comprensibile, dato il passato vergognoso di cui siamo tutti sempre più coscienti». Come spiega il portale “Tempi.it”, nei luoghi degli scavi ancora non è stato trovato neanche un corpo: il 18 agosto 2023 il responsabile degli scavi Derek Nepinak ha annunciato che, nonostante le “anomalie” inizialmente rilevate dalla stessa tecnologia Gpr impiegata a Kamloops, «nessun resto umano era stato trovato» in 4 settimane di scavi. «Non mi piace usare la parola bufala perché è troppo forte, ma su questo argomento ci sono in circolazione anche troppe falsità senza alcuna prova», ha detto Jacques Rouillard, professore emerito presso il dipartimento di Storia dell’Università di Montréal, al New York Post. Jonathan Kay, redattore canadese di Quillette, ha scritto di recente un’ammissione di colpa “ideologica”: «Sono stato uno dei tanti canadesi che all’inizio si sono lasciati travolgere da tutto questo, in gran parte perché pareva che tutti i media parlassero a una sola voce, compresi giornalisti che conoscevo e stimavo da molti anni».
Di recente nel libro “Grave Error: How the Media Misled Us (and the Truth about Residential Schools” è stato analizzato il deprimente fenomeno di “ideologia collettiva” che si convinse di un «genocidio culturale» dei popoli indigeni – cosa tra l’altro avvenuta per davvero negli Stati Uniti e nel Canada nei secoli passati – anche da parte della Chiesa Cattolica. Nel volume si legge – riporta “Il Foglio” – come l’errore delle tombe e delle fosse comuni dimostra ancora oggi come non vi sia «alcuna prova convincente sull’esistenza nelle scuole residenziali di tombe anonime, bambini scomparsi, omicidi e genocidi».