Dopo la vicenda dei quattro fratelli di Cuneo in sciopero della fame dopo essere stati allontanati dalla madre che aveva denunciato le molestie del padre sui piccoli, la commissione d’inchiesta sul femminicidio si attiva per fare chiarezza sul dramma dei bambini sottratti alle madri. Veronica Giannone, deputata del gruppo misto, ha portato queste storie in Parlamento. “Un esercito di madri che denunciano, anche con prove e referti, i maltrattamenti e gli abusi del partner. Ma in sede di separazione e di affido dei figli finiscono, incredibilmente, sul banco degli imputati come genitrici inadatte o incapaci, accusate di allontanare i bambini dai padri”, racconta a Repubblica. Una motivazione risiede in un meccanismo psicologico per il quale i bambini arrivano a non volerne sapere più nulla del genitore picchiato e aggredito per il terrore provato. Questo rifiuto però viene letto dai servizi sociali e dalle consulenti tecniche d’ufficio come “colpa” delle madri, non come effetto di ciò che i bambini hanno subito. E quindi viene spesso deciso di recidere i legami con le mamme. La situazione è esplosiva e mette in discussione tutto il sistema di valutazione degli affidi dei figli in caso di separazione conflittuale, sul quale peraltro è intervenuto pure Tiberio Timperi.
BIMBI SOTTRATTI A MADRI, TIBERIO TIMPERI: “E PADRI VITTIME?”
E infatti, secondo quanto riportato da Repubblica, la commissione d’inchiesta sul femminicidio ha creato al suo interno un pool di tre magistrate – Maria Monteleone, Monica Valletti e Francesca Ceroni – che devono riesaminare quasi 600 fascicoli che riguardano appunto casi di allontanamento di minori dalle madri. Sulla vicenda si è espresso anche Tiberio Timperi, che ha voluto commentare l’articolo di Repubblica offrendo un punto di vista differente, quello di un papà, senza entrare nel merito della sua storia. «Mi ero ripromesso di evitare l’argomento ma il pezzo di oggi su La Repubblica mi spinge a tornare sui miei passi», la premessa del conduttore tv. Parla dell’alienazione parentale e spiega che si chiama «sindrome della madre malevola», legata al fatto che i giudici collocano i figli presso le madri.
«Il condiviso è un’utopia inapplicabile nelle giudiziali. Madri che in alcuni casi, manipolano i figli, mettendoli contro i padri. Padri che all’indomani del divorzio, vengono bollati “violenti” ma poi assolti dai tribunali, in quanto vittime di denunce strumentali», scrive Timperi. Quindi, pur riconoscendo le discriminazioni che le donne subiscono, vuole evidenziare anche quelle subite dai padri. «Ricollegandomi al titolo: se un figlio viene affidato al padre si dice che sottratto alla madre. Ma se un figlio viene collocato presso la madre non si dice che è stato sottratto al padre. Strabismo culturale o cosa?».