La questione dei bimbi trans, del gender e della disforia è tornata centrale sulle pagine del quotidiano La Verità che ha ascoltato l’opinione e le teorie della psicologa e psicanalista Laura Pigozzi che nel corso degli ultimi anni ha concentrato parte della sua carriera a studiare questo tipo di fenomeni per cercare di capire cosa si nasconda dietro alle tendenze sempre più fluide di giovani e giovanissimi; e che parte da un’interessante suggestione: “Come fa – si chiede – a porsi una questione sul genere un bambino che non è ancora entrato nella dimensione sessuale“.



La risposta – secondo Pigozzi – potrebbe essere trovata nel fatto che il gender in questo caso diventa solamente “una questione nominale” tanto per i giovani, quanto gli adulti, nel senso di desiderare semplicemente di “nominarsi in un modo o in un altro” creando “tanto rumore” attorno – concretamente – a “nulla”: spiega infatti che “la psicanalisi insegna che l’essere umano ha da sempre un po’ di fluidità” ed una volta scesi a questo compromesso diventa quasi illogico “manipolare il proprio corpo o credere a certi ideali tecnoscientifici” che finiscono “paradossalmente per condurre al contrario della fluidità“.



Laura Pigozzi: “I bimbi trans probabilmente lo fanno per accontentare un genitore”

Dal conto suo – comunque – Pigozzi ci tiene a mettere in chiaro che quando i bimbi trans escono allo scoperto, probabilmente lo fanno sotto la spinta di “una sorta di tecnica di manipolazione” che ha il principale intento di perseguire quegli “interessi” economici insiti nei “percorsi di medicalizzazione” nei quali vengono inseriti; mentre se dovesse dare un suggerimento ai genitori, gli direbbe di far capire ai loro pargoli che “è normale avere queste fantasie” e che non lo è “tradurle in una manipolazione del corpo”, soprattutto nel caso in cui lo si decida “prima ancora di aver scoperto che cosa significhi essere uomo o donna”.



Riflettendo – infine – sull’aspetto prettamente psicologico della disforia di genere, Pigozzi avanza due ipotesi: la prima è che dietro ai bimbi trans si nasconda la volontà di “rendere felice uno dei due genitori” insita nello sviluppo di ogni essere umano; mentre la seconda è che se a dirsi trans sono gli adolescenti, probabilmente lo fanno per dar voce al “desiderio di smarcarsi dai genitori” in una sorta di forma di “ribellione” che troppo spesso viene presa sul serio.