Per la morte del bimbo di 6 anni annegato lo scorso lunedì mentre si trovava nella piscina comunale nel parco acquatico di San Pietro in Gu, piccolo comune in provincia di Padova, sono state indagate 5 persone. Tra coloro che sono stati raggiunti nelle passate ore dall’avviso di garanzia, ci sono anche i genitori della piccola vittima. A renderlo noto è il quotidiano Il Resto del Carlino che riferisce del lavoro della procura di Padova che sta indagando sul caso emettendo nella giornata di ieri cinque avvisi di garanzia. A finire nel registro della Procura sono stati anche la responsabile della sicurezza della piscina e i due bagnini. L’ipotesi di reato per tutti gli indagati è di omicidio colposo.
I primi ad intervenire praticando il massaggio cardiaco e le prime manovre salvavita al bimbo di appena sei anni sarebbero stati proprio i due bagnini. Stando alle ricostruzioni delle forze dell’ordine, ad accorgersi del piccolo, riverso nella piscina a pancia in giù, sarebbe stata una bagnina dell’impianto. Erano circa le 13 quando la ragazza, una 22enne vicentina, si era accorta del bambino trovandolo ormai privo di sensi. Le sue condizioni sono state dichiarate subito molto gravi e dopo poco il piccolo è morto.
BIMBO ANNEGATO IN PISCINA: INDAGINI IN CORSO, LE IPOTESI
Adesso prosegue il lavoro degli inquirenti al fine di comprendere quali siano le reali responsabilità dei presenti e in particolare delle cinque persone finite nel registro della procura di Padova. L’ipotesi è che nessuno dei cinque indagati, compresi i due genitori, abbia vigilato sul piccolo. Dalle ricostruzioni è emerso che il bimbo si sarebbe allontanato da solo dai genitori e sarebbe poi probabilmente caduto in acqua. E’ probabile anche che possa essersi buttato per inseguire un amico. La vasca in cui il piccolo è annegato misura un metro e venti centimetri di altezza. Per legge, la struttura teatro della tragedia è responsabile della sicurezza di tutti i clienti, ed in modo particolare dei più piccoli. Anche per questa ragione la procura starebbe procedendo in tal senso. Nei prossimi giorni sarà conferito l’incarico per poter eseguire l’autopsia sul corpo del bambino ed i cinque indagati potranno nominare un perito di parte al fine di assistere all’esame.