Dopo attacchi, accuse e disperazioni per quanto avvenuto venerdì scorso a Milano (periferia Nord) nella scuola elementare “Pirelli”, con il passare delle ore si è delicata una maggior chiarezza attorno alla terribile dinamica che ha portato un bambino di 5-6 anni caduto dalla tromba delle scale e ora in lotta tra la vita e la morte in condizioni disperate all’ospedale Niguarda di Milano. L’indagine è chiusa, hanno fatto sapere gli inquirenti dopo la denuncia dei genitori del piccolo in coma contro la scuola: ieri il nuovo sopralluogo dei carabinieri ha permesso di acquisire le verità decisive e stamane il Corriere della Sera le svela in anteprima. Fondamentale è stata la testimonianza di una maestra della scuola Pirelli che ha raccontato cosa ha visto in quel tremendo venerdì mattina: «Ho sentito le urla e il trambusto. Mi sono avvicinata al ballatoio e alle scale. E lì, attaccata alla ringhiera di protezione, ho visto una sedia. Una sedia con le rotelle, la sedia che di solito si trova nella postazione della bidella al piano», spiega la donna al CorSera. Fino a ieri non si riusciva a capacitarsi di come un bambino alto si e no un metro e 15 centimetri abbia potuto arrampicarsi e poi cadere dalle scale, ammesso che non vi sia stato qualcuno che l’abbia gettato giù di proposito: invece la spiegazione che arriva dai Carabinieri tiene dentro gli ultimi punti oscuri e rivela una tragedia nella tragedia, con la responsabilità di chi avrebbe dovuto controllare e probabilmente non è riuscito.



COSA È SUCCESSO NELLA SCUOLA PIRELLI DI MILANO

Erano le 9.44 di venerdi e il piccolo che ora lotta in ospedale per la sopravvivenza si è riuscito ad arrampicare e superare una ringhiera alta un metro e 4 centimetri, impossibile senza la sedia. La caduta di 13 metri è stata terribile, ma resta ancora un mistero il perché quella sedie con le rotelle sia stata spostata dopo la tragedia: secondo i Carabinieri «pur se di certo in buona fede, la sedia è stata spostata nei minuti successivi alla disgrazia». Secondo quanto riportato il Corriere, gli stessi carabinieri avrebbero ritrovato quella sedia nel gabbiotto dei bidelli e ora messa sotto sequestro come l’intero secondo piano della scuola Pirelli di Via Goffredo Da Bussero. Insegnanti e bidelli verranno indagati per omessa vigilanza, l’unica vera responsabilità cui sono venuti meno per una fin qui non precisata confusione che ha preceduto il dramma. In realtà il Corriere della Sera stanare racconta anche quanto ha preceduto la caduta, sempre tramite le testimonianze di inquirenti e maestre: nella classe del bambino c’erano l’ insegnante di inglese e quella di sostegno. Il piccolo chiede di andare a far pipì due volte e davanti all’insistenza (lì a poco ci sarebbe stato l’intervallo) il bambino esce e viene preso in carico dalla bidella, volto storico della scuola e donna di fidata competenza. Il problema è che altri due bambini avevano fatto la stessa richiesta anche da altri classi: lei li accompagna tutti e tre, ma il primo quando finisce prima degli altri viene incaricato dalla bidella di tornare subito in classe. Lui esce, vede la sedia della bidella e pensa di guardare giù dalle scale: 30 secondi, al massimo, di solitudine sono bastati per una tragedia immane che speriamo possa concludersi con una lieta novella dall’ospedale Niguarda nelle prossime ore.

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