Ad un anno dalla nascita il bimbo nato con due teste in quel di Palermo, sta bene, parla e cammina. Nessuno ci avrebbe forse scommesso un euro che quel piccolo nato appunto con due diverse teste, sarebbe sopravvissuto, e invece la realtà ha superato la fantasia e forse anche la scienza. Il piccolo Santiago non è nato realmente con due capi, ma aveva un enorme rigonfiamento attaccato alla nuca, una malformazione davvero rara, che secondo i medici non gli avrebbe permesso di vivere. Invece oggi il piccolo sorride, gattona e dice anche le prime parole, come un bimbo normale. Il piccolo siciliano era stato trasferito all’ospedale Bambino Gesù dopo che era partita una colletta benefica social, e nel nosocomio capitolino era stato operato e la sua seconda testa di fatto rimossa grazie ad un intervento chirurgico di altissimo livello, davvero eccezionale. Il Giornale di Sicilia, che in questi giorni ha ricordato il piccolo speciale, sottolinea come il bimbo sia stato ribattezzato “il miracolo dei Cappuccini”, prendendo spunto dal gruppo di preghiera che ha sostenuto la famiglia dello stesso, attraverso preghiere appunto, ma anche con gesti concreti di solidarietà.



SANTIAGO, NEONATO CON DUE TESTE, LA MAMMA: “MAI SMETTERE DI SPERARE”

“Abbiamo chiamato tutti gli ospedali pediatrici specializzati d’Italia – le parole di Sergio Orlando, responsabile del gruppo religioso Madonna di Luce, riportate dai colleghi di Fanpage – e abbiamo trovato la disponibilità del Bambin Gesù ma il problema era raccogliere i 70 mila euro che servivano al viaggio in elicottero e alla permanenza dei genitori nei giorni dell’intervento”. In totale erano stati raccolti 10 mila euro, poi tramite appelli social, e con l’aiuto della regione Sicilia, si è arrivati alla cifra richiesta. Il bimbo con due teste nasceva il 7 novembre del 2019, e la madre, Martina, sapeva che il suo piccolo sarebbe venuto al mondo con quell’importante malformazione, avendolo visto dalle ecografie durante la gravidanza: “Con mio marito Maurizio non abbiamo mai avuto dubbi – racconta la mamma – lo avremmo fatto nascere e accolto. I medici mi avevano detto chiaramente che c’erano poche possibilità che sarebbe sopravvissuto, mi hanno pure fatto firmare un documento in cui autorizzavo le cure compassionevoli”. Dopo l’operazione andata bene, e la crescita del piccolo in maniera salutare, la madre ha voluto lanciare un appello: “Non bisogna mai smettere di sperare”.

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