Un uomo di Barnsley, in Inghilterra, ha mescolato il suo sperma con quello di suo padre per aiutare la compagna a rimanere incinta. Un caso che è finito in tribunale ma alla fine il giudice ha stabilito che il piccolo non dovrà effettuare un test del DNA per stabilire la paternità. La notizia è riportata dalla BBC che racconta che l’uomo e la compagna avevano avuto dei problemi di fertilità per poi avere un figlio. Il Barnsley Council aveva però scoperto il tutto e aveva quindi intentato un’azione legale chiedendo un test di paternità, richiesta che l’Alta Corte ha stabilito di “non essere di alcun interesse”.



Secondo quanto spiegato dal giudice l’uomo, la compagna e il padre, hanno “sempre avuto intenzione” di mantenere segreto l’accordo relativo al concepimento del bimbo. Per il giudice Poole “l’autorità non aveva responsabilità genitoriale o un interesse personale nella parentela biologica del ragazzo”, scrive la BBC. E ancora: “Il desiderio di sostenere l’interesse pubblico nel mantenere registri accurati delle nascite non conferisce un interesse personale nella decisione di tale richiesta”, rispondendo ancora al Council.



BIMBO NATO DA SPERMA DI PAPA’ E NONNO, IL GIUDICE: “E’ UNICO…”

La decisione è stata presa ovviamente a tutela del bimbo, che oggi ha 5 anni: “E’ un bambino unico che non esisterebbe senza gli insoliti accordi presi per il suo concepimento – ha precisato ancora il giudice – ma quegli accordi hanno anche creato il potenziale per lui di subire un danno emotivo se ne venisse a conoscenza. Senza test, la sua paternità biologica rimane incerta, ma c’è una forte possibilità, per usare un eufemismo, che la persona che pensa sia suo nonno sia il suo padre biologico, e che la persona che pensa sia suo padre sia il suo fratellastro biologico”.



Secondo il giudice spetta quindi alla famiglia gestire tale situazione delicata, concludendo che si potrebbe effettuare un test del DNA in un secondo momento “ma questa è una questione che riguarda loro”.