BIMBO DI 2 ANNI ACCOLTELLATO/ “La madre si è vendicata del compagno in modo estremo”
BIMBO DI 2 ANNI ACCOLTELLATO/ “La vendetta di una donna sul compagno nel modo più atroce”
BIMBO DI 2 ANNI ACCOLTELLATO/ “Quella donna lo ha ucciso per vendicarsi del marito”
BIMBO DI 2 ANNI ACCOLTELLATO/ Crepet: è il suicidio-omicidio di una donna paranoica
Da Città della Pieve, piccolo comune in provincia di Perugia, a Eschilo, il padre della tragedia greca, i drammi familiari si ripetono e si perdono nella nebbia del tempo. Quanto accaduto nella cittadina umbra ha tutti i contorni di una tragedia antica di cui sono intessute le trame delle canzoni popolari, e allo stesso tempo moderna nel suo agghiacciante svolgersi. Una madre che si presenta con il figlio insanguinato tra le braccia in un supermercato, moderno tempio del consumismo, lo appoggia sul nastro scorritore dove normalmente si mettono gli oggetti e il cibo acquistato da presentare alla cassa, come una vittima sacrificale da immolare a una società che non conosce più la pietà, il conforto religioso, l’abbraccio della famiglia, ma solo la solitudine e la disperazione. Fuori del supermercato un passeggino insanguinato. Nella borsa della madre un coltello anch’esso insanguinato, prove che secondo le autorità costituiscono “una mole di precedenti” che hanno portato la donna, 44 anni, ungherese, già ospite con il figlio in una casa famiglia, al fermo per omicidio. Il più terribile, il più apparentemente insensato: quello del proprio figlio.
In realtà si possono individuare dei segni ben precisi e razionali, seppure nella follia: una foto del bimbo insanguinato inviata tramite social al padre in Ungheria. Come ci ha detto in questa intervista lo psicologo Paolo Crepet, specializzato in problematiche educative giovanili, “i figli oggi e già da parecchi anni sono considerati un peso, non più una risorsa anche economica nel tempo per la famiglia. Nel caso in questione poi siamo davanti a un evidente omicidio/suicidio perché la madre, anche se fisicamente è rimasta in vita, di fatto da quel momento ha cessato di esistere”.
Di questo terribile episodio colpiscono la dinamica, i gesti folli: lei che idea si è fatto?
Una situazione talmente estrema che l’unica cosa da fare è cercare di capire qualcosa di più della storia di questa signora: perché era stata in una casa famiglia, cosa stesse accadendo con il marito. Il magistrato darà sicuramente il mandato per fare una perizia psichiatrica. Mi pare ci siano tutte le condizioni.
Perché questi drammi familiari si ripetono così spesso?
Non diciamo così, stiamo ai fatti. Per fortuna non è la regola che si ammazzino i bambini nei supermercati. Né posso pensare che questa signora abbia avuto motivi comprensibili alla ragione. Nel contesto di una patologia, invece, probabilmente sì.
Resta il fatto che nei casi dove le famiglie si sfaldano, spesso a pagare sono i figli, quasi fossero vittime innocenti da sacrificare sull’altare del disagio esistenziale.
Questo è vero, ma forse da addebitare a quanto accaduto c’è una situazione economica difficile, e non solo economica, nella quale il bambino diventa un peso. Non esiste più quasi in nessuna parte del mondo l’idea che il bambino sia anche una risorsa duratura ed economica. Una volta si mettevano al mondo tanti figli perché così si aveva una successione nei campi o in officina, si chiamava proletariato proprio per questo, perché l’unica ricchezza erano i figli. Adesso non è più così da molto tempo.
È agghiacciante che abbia inviato la foto del figlio morente al marito, tramite social, quasi volesse farlo crollare, vendicarsi di lui. È questo il movente del gesto?
Senza arrivare ad Eschilo, diciamo che questa signora aveva una patologia paranoica che l’ha portata a ricattare quest’uomo per fargli del male in una maniera estrema. Credo sia l’unica spiegazione palese: il ripetersi del proprio io come protagonista della situazione. Io, io, io mi uccido.
Però ha ucciso il bambino, non sé stessa.
Di fatto si tratta di suicidio-omicidio, perché per questa donna la vita da ieri non c’è più, e quindi è un estremo messaggio al marito con il quale evidentemente ci saranno stati rapporti più che turbolenti. Ha voluto dirgli: vedi, tu mi lasci e io uccido il tuo bene uccidendo me stessa e tu sarai condannato per il resto della tua vita a morire di sensi di colpa.
Quanto pesa il disagio esistenziale contemporaneo?
C’è molta storia dietro a questa vicenda purtroppo. Il fatto è che non siamo cambiati. Se ci sia del disagio esistenziale, interiore, bisognerebbe chiederlo a chi sta indagando. Eviterei di dire cose ovvie o basate su niente. Una signora in una casa di accoglienza è economicamente instabile e probabilmente anche dal punto di vista sentimentale.
Quindi non lo vede come un dramma di oggi?
Non è un dramma di oggi, non sono di questa opinione. Anche le difficoltà economiche ci sono sempre state. Purtroppo non sempre l’uomo evolve.
(Paolo Vites)
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