Orrore in Ucraina dove un bambino di sei anni è stato tenuto incatenato “come un cane” e picchiato dal padre “per scopi educativi”. Il piccolo è stato fortunatamente strappato da una situazione terribile nella quale era finito, vittima di indicibili abusi domestici. Per giorni, secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, il bimbo sarebbe stato legato con una catena di metallo stretta attorno alla vita ma sul suo corpo sarebbero stati trovati anche segni di percosse che poi il padre ha ammesso aver inflitto al fine di educarlo. Quando i poliziotti sono intervenuti, secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero, il piccolo era in ginocchio legato ad una porta. “Non abbiamo mai visto nulla di simile in tanti anni di servizio”, hanno dichiarato gli agenti intervenuti in casa dei genitori della piccola vittima innocente. Le autorità hanno messo in atto tutto quanto nelle loro possibilità al fine di salvare il bimbo da una situazione disperata e strapparlo dal padre 36enne e dalla matrigna di 27 anni.



BIMBO DI 6 ANNI INCATENATO COME UN CANE E PICCHIATO

L’orrore appena narrato è accaduto nel villaggio di Aidar-Mykolaivka, nella regione di Luhansk, in Ucraina. Leggendo il rapporto della polizia, gli agenti hanno scritto chiaramente: “Era incatenato come un cane“. E così lo hanno trovato prima di liberarlo. Ora, secondo quanto emerso dall’ufficio del procuratore della regione di Luhansk, il padre dovrà essere “privato dei suoi diritti genitoriali” e affrontare un processo per pedofilia e tortura, rischiando una pena massima di 5 anni. L’intervento degli agenti è stato possibile dopo l’allarme lanciato dai genitori di alcuni amichetti del bimbo di 6 anni, ai quali aveva raccontato le violenze vissute in casa. “Il piccolo è stato controllato dai medici e ora riceve assistenza psicologica necessaria. Funzionari dell’infanzia stanno lavorando per privare il padre dall’averne ancora diritto genitoriale”, sono le rassicuranti notizie che giungono da un portavoce della procura. Già in passato il piccolo era stato tolto alla famiglia ma il padre era riuscito a portarlo a casa da un orfanotrofio dopo il divorzio dalla moglie. Insieme alla nuova compagna, anche lei arrestata, le cose non sarebbero andate meglio per il figlioletto. Ai poliziotti è stato lo stesso ad ammettere: “Lo legavo come un cane e lo picchiavo perché volevo educarlo”.

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