Nuovi aggiornamenti sul triste caso del bimbo di 5 anni di Napoli escluso dalla recita di Natale. Il piccolo, affetto da iperattività regressa con ritardo cognitivo e sospetto autismo, cambierà scuola: così hanno deciso i suoi genitori, a nulla è valso il tentativo dell’istituto di coinvolgere l’alunno dopo la diffusione delle notizie e l’indignazione social. «Questo il primo schiaffo della sua vita», le parole della madre del bambino, ma c’è di più: come riportano i colleghi de Il Mattino, il ministero dell’Istruzione intenzionato ad inviare gli 007 a scuola. «Disporremo immediati approfondimenti e personalmente farò tutte le verifiche del caso: se quanto ha dichiarato la famiglia del piccolo Andrea dovesse essere confermato, allora saremmo di fronte ad un fatto assolutamente sconcertante e inaccettabile», le parole del sottosegretario Giuseppe De Cristofaro. Nelle ultime ore numerosi esponenti politici avevano richiamato l’attenzione del ministro Lorenzo Fioramonti: «Fioramonti verifichi quanto accaduto in una scuola di Afragola, dove un bimbo affetto da iperattività e ritardo cognitivo pare sia stato escluso da una recita di Natale. L’uguaglianza nell’opportunità educativa e l’inclusione sociale sono valori irrinunciabili», le parole della forzista Annagrazia Calabria. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CHOC A NAPOLI: SCUOLA ESCLUDE BIMBO AUTISTICO DA RECITA DI NATALE

Un bimbo disabile escluso dalla recita di Natale insieme ai compagni di classe per i suoi problemi di salute. E’ questa la storia che arriva da Napoli, protagonista un bambino di 5 anni affetto da iperattività regressa con ritardo cognitivo. La mamma di Andrea, nome di fantasia, si è sfogata con “Il Giornale” spiegando come sono andate le cose:”Sono venuta a saperlo nella classica chat delle mamme. La rappresentante, che tra l’altro essendo una scuola privata non è istituzionale perché non c’è Consiglio d’Istituto, ha pubblicato un figlio scritto a mano con i nome di 15 bambini su 16 che avrebbero fatto la recita di Natale. Mancava il nome di mio figlio. Pensando ad un errore, l’ho fatto presente in chat, ma mi è stato risposto con un messaggio vocale, che la maestra si era riservata di farlo partecipare e voleva parlare prima in privato con me“. La mamma del bimbo disabile racconta la delusione per la mancanza di rispetto subita dall’insegnante, che ha preferito informarla per ultima della situazione di suo figlio: “Subito dopo “come per magia” la maestra mi ha inviato un messaggio vocale, spiegandomi che proprio per il fatto che ci teneva al bambino, voleva prima parlare con me visto che mio figlio non parla e non “sta in fila” come tutti gli altri. Non stiamo parlando della prima del San Carlo, parliamo di una recita di bambini di cinque anni, quale era il problema di metterlo nella lista e in caso poi parlare con me per cercare insieme una soluzione sul da farsi?. Allo stesso modo però, il mese scorso quando la scuola ha fatto la raccolta fondi per comprare dolci e regali per il personale scolastico, noi siamo stati i primi ad essere chiamati. Per carità solo dieci euro, ma li ho dati con entusiasmo perché non vedevo l’ora di vederlo in questa recita“.



BIMBO DISABILE ESCLUSO DA RECITA DI NATALE: LE MANCANZE DELLA SCUOLA

Non siamo di certo di fronte ad un caso di una mamma con i paraocchi: “Noi sappiamo bene che lui non partecipa – dice la donna a Il Giornale –, è chiaro che se mangia una patatina per me e mio marito è come vincere alla lotteria, ma la maestra non doveva permettersi di comunicarlo ad un’altra mamma doveva parlare prima con me“. La mamma a questo punto si è rivolta alla dirigente scolastica: “Lei prima ha ammesso che l’insegnante aveva sbagliato, poi però si è per così dire ‘lavata le mani’ dicendo che visto che Andrea, per motivi burocratici, non ha ancora la 104, lei lo trattava come un bambino normale. Ma se fosse stato così, se lo avessero trattato da bambino normale, avrebbe dovuto partecipare alla recita proprio come tutti gli altri. Inoltre loro sapevano benissimo che il bambino non aveva ancora la 104 che ci avrebbe permesso di dargli un’insegnante di sostegno, e proprio perché lui non è autosufficiente, la scuola, che è privata, prende soldi extra per assisterlo con il cibo e con i pannolini“. Nonostante questi contributi extra, i genitori di Andrea spesso e volentieri hanno dovuto vedere il loro figlio con il pannolino sporco, oppure tornare a casa senza aver bevuto il succo di frutta che ama tanto, per non parlare della volta che l’insegnante, per giustificare i graffi e i morsi sul corpo di Andrea, sostenne che il bimbo era diventato autolesionista (una tesi smentita da 3 specialisti). Dopo l’arrabbiatura dei genitori, la scuola ha tentato di rimediare in relazione alla recita: “Ci sarà la prossima settimana, e la scuola ci ha chiamato chiedendoci di portare il bambino e che avrebbe fatto il protagonista. Io invece l’ho tolto dalla scuola perché non amo questo genere di comportamento a posteriori. Prima non poteva partecipare ed ora addirittura deve fare il protagonista? Ma se non gli hanno fatto neanche la foto di Natale. La maestra mi ha infatti chiamato dicendomi di portarlo proprio per fare la classica foto natalizia, lo ha fatto inviandomi un audio, ma agli altri bambini le foto erano già state fatte, come mai a mio figlio no? Quando l’ho fatto presente mi è stato risposto che mio figlio quel giorno era impegnato a fare altro. Ma cosa? Ennesima bugia“.



BIMBO DISABILE ESCLUSO DA RECITA DI NATALE: “VIA MIO FIGLIO DA QUELLA SCUOLA”

Quali saranno i prossimi passi dei genitori di Andrea? “Stiamo parlando con il nostro avvocato, ma nel frattempo abbiamo ritirato il bambino, perché quella scuola non ci piace e vogliamo trovarne un’altra. Mio figlio piange proprio perché sta tutto il giorno in casa, e io ho dovuto temporaneamente lasciare il lavoro per stare con lui. Per questo sono molto avvilita e anche spaventata“. Il timore più grande è quello di “sbagliare un’altra volta nella scelta, di soffrire di nuovo. Per questo ci siamo presi un po’ di tempo per vagliare con cura tutte le scuole che abbiamo nelle vicinanze, per non fare un altro errore di valutazione“. Il bimbo affetto da disabilità frequentava quella scuola “dallo scorso anno, quando la precedente scuola aveva chiuso. In quella struttura, veniva trattato benissimo, le insegnanti erano proprio delle mamme per lui, tanto che saputo questa vicenda si sono fatte vive per mostrarci la loro solidarietà“. L’amarezza più grande, forse, è rappresentata però dall’atteggiamento dell altre mamme della scuola: “Nessuna si è fatta viva da quel giorno della chat, neanche un messaggio. E anche questa è una cosa che ci fa stare molto male, ma non solo per mio figlio, ma anche per tutti gli altri bambini che hanno delle disabilità e vengono trattati in questo modo. Per me e mio marito questa cosa è stata un’enorme dolore. Ma questa storia non finisce qui“.