Andrà da Papa Francesco il bimbo escluso dalla Prima Comunione perchè autistico. Il prossimo 18 giugno il Santo padre lo accoglierà in una udienza speciale dedicata alla Diocesi di Teramo. Si presenteranno, come spiega Il Gazzettino, Daniele, Monia e i due loro bambini, famiglia di Silvi Marina: «Ci ha ricontattati il nostro parroco, padre Antonio – le parole di mamma Monia, come si legge su Il Gazzettino – e abbiamo deciso che andare dal pontefice. Saremo io, Daniele e i nostri due figli. Speriamo di poter incontrare il Papa».
Il loro caso è divenuto cronaca lo scorso 14 maggio, quando il figlio più grande di 10 anni e mezzo, è stato escluso appunto dalla cerimonia del sacramento in quanto avrebbe potuto disturbare. Due giorni prima dell’evento si erano tenute le prove che non erano andate bene, c’era stato un po’ di trambusto, di conseguenza il parroco dell’Assunta aveva proposto ai genitori una cerimonia più intima. Il padre si era però opposto, decidendo di far celebrare la Prima Comunione nella chiesa di Silvi Pese dove è stata organizzata una Messa solo per il bimbo autistico che è risultata essere alla fine una grande festa. Il vescovo e il parroco si erano poi scusati, i genitori hanno perdonato, ma il caso era giunto anche al Pontefice, che aveva così deciso di incontrarli.
BIMBO ESCLUSO DA PRIMA COMUNIONE PERCHE’ AUTISTICA: “STA BENE, MA A BREVE FINISCE LA SCUOLA…”
«C. sta bene – dice la mamma – frequenta la quarta elementare, è sempre affettuoso con tutti, ma ormai la scuola sta quasi per finire. Stiamo cercando qualche attività o campi estivi da far fare ai bambini, ma per ora non abbiamo trovato nulla. Il nostro Comune non è attrezzato soprattutto con il personale».
Il vescovo Lorenzo Leuzzi, attraverso il sito della Diocesi, aggiunge sulla visita: «Incontrare papa Francesco, nell’Anno berardiano, è una tappa storica nel nostro impegno di crescere nella comunione con tutta la Chiesa universale e di condividere con il Papa l’impegno di annunciare il Vangelo nel cambiamento d’epoca. Il cammino sinodale che stiamo vivendo si arricchisce di una esperienza davvero provvidenziale che ci incoraggia a promuovere e a sviluppare con sempre maggiore creatività la diaconia nella storia della nostra Chiesa diocesana».