Mattia Maestri, il 5 giugno del 2017, ha mangiato un pezzo di formaggio prodotto con latte crudo Due Laghi del caseificio sociale di Coredo in Val di Non. Solamente dopo si è scoperto che quel formaggio era contaminato da escherichia coli: il piccolo ha così contratto la sindrome emolitico-uremica e da quel giorno è in coma, in stato vegetativo. Gian Battista Maestri, papà del piccolo, a “Mattino 4” racconta: “Mattia combatte, è un leone. Combatte come combattiamo noi genitori. Non è possibile per un bambino morire per aver consumato un pezzettino di formaggio”.



Il giorno in cui il piccolo Mattia ha mangiato il formaggio, pubblicizzato come “adatto per la merenda dei bambini”, era un giorno di festa: “Lo ha consumato il sabato e la domenica notte lo abbiamo portato in ospedale. Ne ha cambiati tre e poi a Padova è entrato in coma. Era il 2017 quando è entrato in coma vegetativo. Lui non ci riconosce, ha 30-40 crisi epilettiche al giorno, prende più di 40 pasticche. Mattia è stato operato a Trento e poi a Padova hanno capito subito di cosa si trattasse. Lì ci è stato chiesto che tipo di alimento avesse mangiato. Sono così partite le indagini da parte dei Nas di Trento che sono stati fenomenali: e la verità è stata certificata in queste 52 pagine”.



Il papà del bimbo in Coma: “La vergogna più grande…”

Come racconta Gian Battista Maestri, papà di Mattia, di “speranza non ce n’è, purtroppo. Il milione di risarcimento è stato previsto come previsionale in attesa del provvedimento civile, se noi lo attiviamo. Questo al momento è l’ultimo dei nostri problemi. Il nostro intento era che la verità venisse certificata affinché non accada più. Per questo motivo i formaggi a latte crudo, a media e bassa stagionatura, secondo me devono essere vietati ai bambini”.

Il papà, infuriato, svela poi un’altra terribile vicenda che risale a quest’anno: “La vergogna più grande, è che quelli che utilizzavano il tubo sporco di letame per fare il latte, sono stati premiati a marzo di quest’anno. E tra i premiati per l’eccellenza del loro prodotto, c’era anche quello indagato”.