Svolta nelle indagini sul caso del bimbo italiano di 6 anni morto durante una vacanza a Sharm el Sheikh con la famiglia: secondo le conclusioni dei medici chiamati dalla Procura di Palermo a redigere una consulenza sul decesso del minore, avvenuto un anno fa in Egitto, il piccolo poteva essere salvato e l’infausto epilogo sarebbe dovuto ad un episodio di malasanità. I consulenti medico-legali italiani avrebbero indicato “una gastroenterite curata male“, riporta Ansa, concordando in gran parte con quanto accertato dai colleghi di Sharm che furono incaricati dalle autorità locali di condurre la prima autopsia.
Gli inquirenti siciliani riterrebbero quindi inefficace e tardivo il soccorso prestato al bambino, sottoposto a una flebo di soluzione fisiologica e a somministrazione di farmaci per intossicazioni alimentari. Stando alla valutazione dei consulenti, la patologia che avrebbe colpito il minore sarebbe stata una gastroenterite di origine ignota e non sarebbe stata affrontata nel modo corretto dal medico dell’ambulatorio che per primo, dopo l’insorgenza dei sintomi, lo avrebbe visitato. Il ricovero del bimbo sarebbe avvenuto soltanto il giorno seguente, quando ormai il quadro clinico era compromesso e la situazione stava precipitando.
Bimbo morto a Sharm durante una vacanza, dal primo responso medico al dramma
A uccidere il bimbo italiano di 6 anni durante una vacanza in famiglia a Sharm sarebbe stata quindi una gastroenterite non trattata in modo efficace e tempestivo. Una patologia dalla quale, se curata in tempo e nel modo corretto, il bambino si sarebbe potuto salvare. A questa conclusione sarebbero giunti i consulenti medico-legali incaricati dalla Procura di Palermo dopo il lavoro fatto dai colleghi egiziani all’esito della prima autopsia.
Il medico che per primo avrebbe visitato il minore, secondo la ricostruzione, si sarebbe limitato a prescrivere farmaci contro le intossicazioni alimentari e il ricovero sarebbe avvenuto diverse ore più tardi, il giorno successivo, quando ormai non ci sarebbe stato più nulla da fare. Troppo avanzato, riporta Ansa, lo stato di disidratazione dovuto alla forte dissenteria che aveva colpito il bimbo nelle prime fasi di insorgenza dei sintomi. Le conclusioni dei medici italiani coinciderebbero in gran parte con quanto accertato dai consulenti incaricati dall’autorità giudiziaria locale e sgombrerebbero il campo da altre ipotesi.